In questi giorni sollevavo una questione su facebook, circa il rendere la dieta più flessibile, cercando di spezzare il pregiudizio della dieta infelice.
Già altre volte ci siamo detti che per molti il concetto di dieta è quello di una vita fatta di stenti, senza socialità, con cibi ed alimenti fissi e senza sapore alcuno.
Questo soprattutto quando si pensa alla dieta, come modalità per dimagrire, e quindi perder peso.
Il concetto di dieta secondo me è ormai superato, la tv ed i social ci parlano ormai , più frequentemente dello stile di vita, della sana alimentazione.
Allo stesso tempo però, la diffusione di informazioni erronee mette l’utente nella condizione di giocare alla mosca cieca tra una ricetta fit ed un consiglio nutrizionale di un nutrizionista a caso sul web.
Proprio in un altro articolo ( qui) ho sollevato la questione del senza, come ragione di vita dietetica di molti, che molto spesso però porta a carenze nutrizionali e false credenze
Ma spesso sentiamo parlare della parola fit, proteico, chetogenico. Sono similitudini?
No. Sono accezioni sbagliate? Cosa c’è di sbagliato nella parola fit?
Nulla, se non la credenza che tutto ciò che è fit è meglio, perché crediamo sia senza carboidrati, senza zuccheri, solo proteine, si crede erroneamente che le proteine siano il migliore macronutriente, e quindi è meglio mangiare un fit pancakes che invece limitarsi a mangiare il dolce la domenica o quando collochiamo il nostro pasto libero all’interno della settimana di dieta.
Molto spesso mi è capitato di analizzare in giro per il web queste fantomatiche ricette fit, di cui alcune, soprattutto quando abusano di prodotti industriali sono ricche di grassi saturi, altre invece, probabilmente inventate da chi non è del mestiere, cercano di sostituire alimenti ad altri cadendo nell’errore di far credere che il miele è meglio dello zucchero ( mi duole dirvi che sono entrambi zuccheri, diversi ma pure sempre zuccheri), che utilizzare una farina di avena rende la ricetta fit o proteica, ma l’avena resta sempre un cereale cosi come il grano da cui deriva la farina che abbiamo utilizzato fin ora, con le stesse identiche kcal, si sicuramente micronutrienti diversi, ma l’apporto calorico è lo stesso.
INSOMMA, in questo calderone della Maga Magò in cui pur di mangiare cose che potrebbero sembrare quelle originali, dei surrogati insomma, facciamo delle scelte poco oculate.
Dovremmo, a mio parere, rimodulare il nostro vocabolario, e utilizzare la parola LIMITARE.
Anche le linee guida ci indicano di LIMITARE l’assunzione di zuccheri, alcool, sale, assicurandoci un apporto sufficiente di nutrienti attraverso il cibo.
Ma quale cibo? Le scelte a tavola sono importantissime, ed è per questo che io vi invito a fare una spesa più consapevole, di mangiare ‘dalla terra’ piuttosto che dallo scaffale, e di avere il guizzo, li inventiva che permetterà ad una semplice verza di diventare un involtino sano, buono e bello.
Proprio come in questa ricetta, adatta a qualsiasi regime dietetico voi state seguendo, e quindi si anche in chetogenica.
Involtini di verza
INGREDIENTI
Verza
Petto di pollo( secondo quantità propria, o da dieta)
Carota
1 cucchiaio di Albume Pastorizzato
1 cucchiaio di parmigiano reggiano la cui sapidità sostituirà il sale
Aglio
Cipollotto
Brodo vegetale
Olio evo
1 foglia di alloro
Pepe q.b.
TEMPI DI COTTURA E PREPARAZIONE
30 Minuti
PROCEDIMENTO
Lavare la verza foglia per foglia, eliminando la parte terminale della costa più dura con la quale potreste preparare un risotto, o un contorno a parte, e cuocetela al vapore, io ho usato la vaporiera
In un mixer aggiungere l’aglio la carota, il cipollotto e il pollo, in modo da triturare il tutto. Aggiungere all’impasto cosi formato il parmigiano e l’albume.
Formare delle palline con l’impasto e adagiatele sulla foglia di verza, e arrotolate a formare un fazzoletto.
riponete gli involtini in una padella , aggiungete l’olio ed un bicchiere di brodo, la foglia di alloro e cuocete a fiamma media per 15 minuti.
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