biologia – Tiziana Persico https://www.tizianapersico.com Biologa nutrizionista Wed, 02 Oct 2019 13:57:35 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.6 https://www.tizianapersico.com/wp-content/uploads/2018/10/cropped-favicon-32x32.jpg biologia – Tiziana Persico https://www.tizianapersico.com 32 32 La Dieta Chetogenica https://www.tizianapersico.com/2019/06/14/la-dieta-chetogenica/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=la-dieta-chetogenica https://www.tizianapersico.com/2019/06/14/la-dieta-chetogenica/#comments Fri, 14 Jun 2019 10:13:41 +0000 https://www.tizianapersico.com/?p=1984 Oggi si parla di dieta chetogenica per dimagrire velocemente, in maniera molto drastica, si parla di dieta chetogenica come dieta esclusivamente elaborata tramite integratori di un certo tipo tramite quell’azienda X o Y. Trovo riduttivo che questo tipo di approccio si riduca ad essere utilizzato come una strategia per il dimagrimento fai da te.

La Dieta Chetogenica proviene da Tiziana Persico.

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Oggi si parla di dieta chetogenica per dimagrire velocemente, in maniera molto drastica, si parla di dieta chetogenica come dieta esclusivamente elaborata tramite integratori di un certo tipo tramite quell’azienda X o Y.
Trovo riduttivo che questo tipo di approccio si riduca ad essere utilizzato come una strategia per il dimagrimento fai da te.

Qualche mese fa, attraverso una diretta, vi ho spiegato cos’è , ma soprattutto cosa non è la dieta chetogenica.
Ho pensato quindi di lasciarvi non solo un’iconografia che spiegasse in termini semplici la dieta chetogenica, ma anche uno spiegone pseudo scientifico

Partiamo dalla sua storia.

La dieta chetogenica come è nata?

 La dieta chetogenica inizialmente è nata come trattamento per l’epilessia, perché?
Negli anni venti il dottor Hugh Conklin, osteopata nel Wisconsin, , scoprì che facendo digiunare per 25 giorni bambini epilettici poteva controllarne i sintomi, gli attacchi epilettici, appunto. Conklin inizialmente pensò che questa fosse una cosa dovuta all’intestino, cioè ad un minor lavoro da parte del sistema gastrointestinale che si rifletteva sugli attacchi epilettici.
Nel 1921, un altro medico, Wilder scoprì che non era tanto l’intestino ma bensì erano i metaboliti prodotti durante il digiuno, a far sì che il sistema nervoso centrale mettesse in atto dei meccanismi che non facessero presentare le convulsioni, inoltre Wilder scopri che il digiuno cosi come elaborato da Conklin, poteva essere in realtà simulato da una dieta vera e propria, che prese il nome di chetogenica, dai metaboliti ovvero dal prodotto finale di questo processo metabolico, quindi in parole povere potremmo dire che  tutto quello che avviene nella dieta chetogenica è una condizione che simula tutto ciò che avviene durante il digiuno, quindi potremmo dire che la dieta chetogenica è UNA DIETA MIMA-DIGIUNO! (Prima finta definizione)

Ma nel 1938 la chetogenica fu medicalmente accantonata perché venne messa sul mercato la Fenitoina un farmaco , che in termini scientifici si definisce il ‘gold standard’  per il trattamento dell’epilessia.
Solo negli anni ’90 la dieta chetogenica fu ripresa, quando ci fu un caso di un bambino epilettico, resistente ai farmaci, il cui padre dopo ricerche accuratissime sulle diete chetogeniche ed i vari trattamenti farmacologici per l’epilessia, riuscì a permettere un trattamento ‘alternativo’ al suo bambino.
Da questo evento, sebbene molto piccolo di entità, si scatenarono una serie di ricerche riguardanti il trattamento dell’epilessia farmaco resistente attraverso questo approccio dietetico, che mette in atto una condizione metabolica, che esercita un effetto particolare a livello del sistema nervoso centrale, una dieta come farmaco !( Seconda finta definizione)

E noi? Cosa dobbiamo fare con questa dieta chetogenica?
Da dove è uscita, e perché improvvisamente se ne parla così tanto?

In realtà, successivamente la dieta chetogenica, ha avuto diversi campi di applicazione, ho letto ultimamente che c’è uno studio in atto secondo cui, al Pentagono utilizzano la dieta chetogenica per rendere ‘più forti’ i soldati americani, infatti la dieta chetogenica è stata utilizzata soprattutto in ambito sportivo, i body builder hanno iniziato ad utilizzare questo approccio dietetico in quanto permette un risparmio proteico in regime di restrizione calorica, utilizzando acidi grassi.
Questa teoria è la base, è il motivo per il quale viene utilizzata a scopo dimagrante, in quanto riusciamo a ” diminuire il grasso corporeo mantenendo quanto più possibile la massa muscolare intatta.”

Quindi, le diete chetogeniche si basano su una drastica riduzione dei carboidrati introdotti, associata con un relativo aumento della nota di proteine e grassi. Questo non lo dico io, lo dice il dottor, Antonio Paoli, grande esperto italiano di diete chetogeniche, che ho conosciuto qualche anno fa ad uno dei più grandi congressi che si tiene a Milano, in ambito della nutrizione e sport.

In questa frase c’è qualcosa che risalta subito all’occhio, anzi due, ridotto contenuto di carboidrati e aumento dei grassi

c’è qualquadra che non cosa.

Eh si perché molti di voi cadono nell’erroneo pensiero di credere che la dieta chetogenica sia una dieta iperproteica, e invece no
NON E’ UNA DIETA IPERPROTEICA. (Terza finta definizione)

Anzi, è molto importante che la quota proteica sia quella giusta, perché l’obiettivo della dieta chetogenica, è produrre corpi chetonici attraverso l’introduzione di nutrienti chetogenici, ovvero nutrienti che il nostro organismo riesce ad utilizzare per produrre corpi chetonici.
E quali sono?
Alcuni tipi di trigliceridi, alcuni tipi di proteine e in particolare alcuni tipi di aminoacidi.
Di fatti per il controllo dell’epilessia è importantissimo che ci sia un’elevata quantità di grassi, poche proteine e pochissimi carboidrati.
Ma attenzione, la dieta chetogenica costruita per il trattamento dell’epilessia NON E’ UNA DIETA DIMAGRANTE!!! ( Quarta finta definizione)

E quindi nel caso dell’epilessia, funziona proprio come un farmaco, cioè stiamo andando a somministrare un qualcosa, in un rapporto molto ponderato, tale da agire da anticonvulsionante.

Attenzione, nel caso dell’epilessia, ma in generale per l’approccio chetogenico , è importante e fondamentale che:

  • Ci sia una strettissima collaborazione tra i medici specialisti ( Neurologo ad esempio) e il nutrizionista/dietista
  • Che la dieta sia elaborata esclusivamente da professionisti del settore( come del resto qualsiasi altro tipo di dieta

I vostri dubbi ( amletici) sulla dieta chetogenica fanno scattare, come un atleta allo start, tutta una serie di dubbie domande, perché spesso captate informazioni confuse all’interno di questo grandissimo baule che è il webbe, che iniziate a fantasticare anche sui temi scientifici.

β-Ma quindi la dieta chetogenica è dannosa per i reni?

δ- Tutte queste proteine non mi fanno male? (ANCORAAAAAA)

θ- Ma il fatto che io mangio grassi, non fanno ingrassare? (A questa domanda risponde Leonardo di Caprio in Inception) 

  1. Ma quindi nella dieta chetogenica mangerò solo carne?

Con calma rispondiamo a tutte le domande, parto dall’ultima!

  1. In realtà no, perché considerando che l’apporto proteico deve essere ben ponderato, e che le proteine derivano da una marea di alimenti, comprese le uova e il pesce, potremmo dire che la dieta chetogenica è anche una dieta mediterranea, ma anche vegetariana o vegana, naturalmente scegliendo anche in questo caso accuratamente gli alimenti. ( un altro paio di finte definizioni – Mediterranea? Vegetariana? Boh)

Ma la dieta mediterranea non prevede che ci siano i carboidrati in una percentuale precisa?
State facendo troppe domande, come al solito, diamoci una calmata, e rispondiamo a tutto!!! No ragazzi, la dieta mediterranea non è un mero calcolo , un’equazione ben ponderata dove i carboidrati devono avere una percentuale ben precisa. Se vi sentisse quel povero Ancel Keys vi taglierebbe i viveri, e vi priverebbe dell’aria che respirate.
Ho spiegato proprio qualche tempo fa cos’è la dieta mediterranea, in un articolo che trovate qui, che vi propongo, impongo, obbligo di leggere, per capire che:

E’ quindi la scelta degli alimenti, non delle percentuali che fanno la dieta mediterranea.

Ritornando alla dieta chetogenica, possiamo scegliere degli alimenti ‘mediterranei’ pur facendo la dieta chetogenica, purché i carboidrati restino al di sotto dei 50 grammi giornalieri, da fonti poco dense.
Aej dottore mo che significa sto fatto che devono essere poco dense? Lo so cosa state pensando , allora vabbè mangio 50g di pasta e sono cmq in chetogenica…. Uhmmmmmm non funziona proprio cosi.

50g di pasta contengono 40g di carboidrati proveniente da fonti ad altissima DENSITA’ Energetica

MINI SPIEGONE

La densità energetica è determinata dal rapporto tra  quantità di nutrienti e  contenuto di energia di un alimento per quantità di riferimento consumata.
Alimenti ricchi di acqua e fibra hanno una bassa densità energetica, quindi più un alimento contiene acqua e meno è calorico, avete presente gli amici finocchi? Quel bellissimo gambo di sedano? Ecco proprio loro.
Al contrario cereali, di cui vi ricordo che fanno parte anche la pasta ed il riso, non so marziani, e legumi sono ad altissima densità, infatti facciamo caso ad un processo che avviene ogni giorno quando : BUTTATE LA PASTA!
Durante la cottura la pasta si ridrata, infatti sia cereali che legumi, pesano il doppio, se non di più quando sono cotti, al contrario della carne ad esempio che attraverso la cottura si disidrata e pesa di meno  ( dottoressa ma nella dieta gli alimenti li devo pesare crudi o cotti???).
Quindi la dieta chetogenica è una dieta a bassa densità calorica per quanto riguarda i carboidrati quindi potremmo dire che è una dieta una dieta fortemente ipoglucidica.

Rispondendo alle domande β- δ- θ, di cui sopra, vediamo come funziona questa chetosi, e che cos’è.

Prestate attenzione perchè questo è uno spiegone super scientifico , in cui nomino un pò di bella gente, che invece di raccogliere mele annurche , ha pensato di vivere la sua vita di scienza, tra questi c’è Krebs, famoso per il suo ciclo degli acidi carbossilici, il dotto Antonio Paoli, che nominerò fino alla noia, et all, come si dice in gergo quando si legge un articolo scientifico, e non si riesce a nominare tutta la gente che c’è dietro quello studio, perchè è parecchia. Siccome a voi non interessa un fico secco di tutta sta gente qua, vi anticipo che quello che sto per dire non l’ho scoperto io (MAGARI) e che è opera di attente ricerche fatte su Pubmed, la famosa biblioteca presente nell’etere dell’ INTERNE’

Cos’è la chetosi ? E’ una condizione che si verifica quando il nostro corpo è sottoposto ad un digiuno
La KD ( ovvero ketogenic diet) induce una chetosi che non è una condizione patologica ma fisiologica che si verifica quotidianamente. Hans Krebs fu il primo ad usare il termine “chetosi fisiologica”, che può essere raggiunta attraverso il digiuno o attraverso una dieta drasticamente ridotta di carboidrati In queste condizioni, le riserve di glucosio diventano insufficienti sia per la normale ossidazione dei grassi attraverso l’apporto di ossalacetato nel ciclo di Krebs sia per l’apporto di glucosio al sistema nervoso centrale (SNC) (Felig et al., 1969; Owen et al., 1969 ).
Il sitema nervoso centrale però non può utilizzare i gli acidi grassi come fonte di energia perché questi non possono attraversare la barriera emato-encefalica, una specie di muraglia cinese che è presente nel nostro ‘cranio’ che non permette, per grazia di DIO, il passaggio di sostanze che potrebbero essere tossiche o dannose per il nostro cervello ( questa barriera ha i suoi vantaggi ma anche i suoi svantaggi, soprattutto per alcune terapie chemioterapiche, in cui molti farmaci non riescono ad arrivare ). Questo è il motivo per cui il cervello normalmente usa solo glucosio. Dopo 3-4 giorni senza assunzione di carboidrati , il sistema nervoso centrale deve trovare fonti di energia alternative , ed eccoli li finalmente, i corpi chetonici , che hanno dei nomi abbastanza brutti ma che vi cito perchè uno in particolare lo conoscete sicuramente : acetoacetato, acido β-idrossibutirrico  e acetone ( si proprio lui, che poi è il massimo responsabile dell’alitosi nella condizione di chetosi) che si formano nel fegato e vengono veicolati al cervello con un meccanismo di trasporto molto simile al glucosio.
È interessante notare che i corpi chetonici sono in grado di produrre più energia del glucosio a causa dei cambiamenti nella produzione di ATP mitocondriale indotta da KB (Kashiwaya et al., 1994; Sato et al., 1995; Veech, 2004), e che le concentrazioni di insulina e glucosio diminuiscono mentre quella del glucagone aumenta nel tentativo di mantenere normali livelli di glucosio nel sangue.

La dieta chetogenica quindi grazie a questi meccanismi molecolari, che è in grado di attivare, tutta una serie di vie metaboliche permettendo di essere utile in diversi campi, vi ho parlato dello sport, perchè in chetosi ci si sente pieni di energia, si ha più focus ( aej dottorè mo che significa? che siete più concentrati e attenti) motivo per il quale diminuiscono gli attacchi epilettici. Ha molti vantaggi quindi, ma anche tantissimi svantaggi, e ne vedremo alcuni. Sicuramente è utile , e a volte necessaria come strategia di dimagrimento per soggetti in sovrappeso o obesi.
La dieta chetogenica ha un’azione su due meccanismi la fame e la sazietà. Inoltre è in grado di migliorare l’efficienza o flessibilità metabolica, ovvero
capacità del nostro organismo di utilizzare gratuitamente acidi grassi, specie quando è a digiuno. Solitamente il metabolismo di un obeso che fatica a
dimagrire, che ha avuto un passato di diete fallimentari, è sempre spostato verso il glucosio, questo determina stanchezza, perché il glucosio è una scorta energetica molto limitata e avrà sempre fame, perché quando finisce glucosio il sistema nervoso fa avvertire più fame.
Inoltre le proteine influiscono sulla sazietà , mentre i corpi chetonici invece agiscono sul senso di fame, quindi se abbiamo più corpi chetonici nel sangue avremo meno propensione ad andare a cercare cibo.
Si è vista essere molto utile per i pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2 non insulino dipendente, e per il trattamento delle dislipidemie, riducendo il rischio cardiovascolare

Ma, perchè c’è sempre un ma, è fortemente sconsigliata in gravidanza e in allattamento, e naturalmente nei bambini sani! È molto frequente che si abbiano problemi di annebbiamento mentale e ovviamente la stipsi.  Il primo sintomo quella della brain-fog è normalissimo, il corpo deve effettuare un vero e proprio shift, immaginate il tasto per accendere la luce.

Quando c’è una miscela di corpi chetonici e glucosio in circolo è davvero difficile mantenere la concentrazione, basta un pò di caffè rigorosamente amaro, per sopperire a questa condizione, senza esagerare, ache poi si va incontro poi ad un distrurbo che è l’affaticamento surrenalico, di cui vi ho già parlato.
La stipsi è una cosa abbastanza normale quando andiamo a cambiare il tipo di dieta, che però potrebbe essere facilmente controllata aumentano la quantità di verdure soprattutto solubili invece che insolubili, in modo da aumentare la massa fecale e garantire una maggior peristalsi.

Lo so a volte la scienza è pallosa, è difficile da capire, ed è proprio per questo che trovo quasi offensivo che questo approccio venga utilizzato nella maniera errata.
Molti di voi arrivano in studio, non solo nel mio, con l’intenzione di voler iniziare a tutti i costi un percorso dietetico chetogenico, ma molto spesso non vi rendete conto che la dieta ha la stessa valenza di un farmaco, e come tale ci sono tantissime variabili da tenere in considerazione, che solo un nutrizionista/dietista naturalmente è in grado di fare.

Non bisogna esser medici di se stessi, ma nemmeno nutrizionisti, e la scelta di un approccio dietetico o di quell’altro, è a discrezione del nutrizionista, non vostra

Ripeto ancora quanto sia fondamentale che questo approccio dietetico sia affrontato con specialisti del settore e che non vi affidiate ad una mera lettura della rivista del momento che vi propina la dieta chetogenica come la dieta del momento, la dieta alla moda.
Perchè nessuna dieta è moda, la dieta è uno stile di vita.

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CIOCCOLATO https://www.tizianapersico.com/2019/05/20/cioccolato/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=cioccolato https://www.tizianapersico.com/2019/05/20/cioccolato/#respond Mon, 20 May 2019 16:02:21 +0000 https://www.tizianapersico.com/?p=1955 Teobromina 650 mg

Apro con questo libro, una nuova rubrica che troverete nella sezione dispensa, in questo caso la dispensa è la mia libreria.

Sono un’accumulatrice seriale di libri, acquisto libri anche se ancora devo terminare quelli che sto leggendo, non li scelgo per un motivo particolare copertina, colori, titolo, autore, ma sicuramente da quando ho iniziato la mia professione …

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Teobromina 650 mg

Apro con questo libro, una nuova rubrica che troverete nella sezione dispensa, in questo caso la dispensa è la mia libreria.

Sono un’accumulatrice seriale di libri, acquisto libri anche se ancora devo terminare quelli che sto leggendo, non li scelgo per un motivo particolare copertina, colori, titolo, autore, ma sicuramente da quando ho iniziato la mia professione Amazon è diventato mio amico personale nel book delivery.

Acquisto molti libri di divulgazione scientifica, sia per interesse personale, sia per capire davvero cosa c’è in giro, o meglio ‘COSA SI DICE IN GIRO’ in termini di scienza.

Si parla molto di divulgazione scientifica, i social ne sono pieni, ci sono divulgatori e ‘influencer scientifici’ in ogni parte del web, sembra quasi che questa nuova “professione” stia spopolando tra i social.

Ne seguo alcuni anche io, ho letto i loro libri, ma resto solo un ‘abile osservatrice, che cerca poi di farvi capire che anche in quest’ambito c’è poco da fidarvi.

Ma veniamo al motivo effettivo per cui vi sto scrivendo questo articolo.

CIOCCOLATO

Teobromina 650mg

Leggere attentamente il foglietto illustrativo

Effettivamente quando ho visto la copertina di questo libro, mi sono detta: Sembra un farmaco !

Di quale libro sto parlando?

Del libro della Dott.ssa Rossoni Arianna , dietista, e si dai, concedimelo Arianna, blogger!

Ne avrete sicuramente parlare, il suo è uno dei blog di alimentazione più conosciuti, soprattutto da noi donne , che da il nome anche alla sua pagina facebook, e che sottende quanto sia importante un certo ‘equilibrio’ nell’alimentazione , ovvero

Alimentazione in Equilibrio

Perchè vi sto parlando di questo, e perchè vi sto lasciando una recensione di questo libro?

Perchè Arianna è l’emblema di come si dovrebbe fare divulgazione scientifica nel campo della nutrizione. Ho iniziato la mia attività da nutrizionista proprio seguendo dei corsi di formazione in cui lei era docente, e li seguo ancora, ed ho sempre apprezzato la sua mente brillante, il suo modo empatico di spiegare le cose, e il suo coraggio di ‘settorializzare’ il suo lavoro, facendo focus su tutto ciò che riguarda la sfera femminile della nutrizione.

Arianna si interessa di tutte le problematiche relative alla donna, Sindrome dell’ovaio policistico, fertilità, tiroiditi e tanto altro.

Inoltre è già scrittrice di altri libri, che trovate nella sezione E- book del suo sito, in questi in particolare il tema centrale è la PCOS, sono presenti non consigli, ma anche spunti di riflessione su una patologia che affligge 5-10% delle donne, come potete leggere anche sul sito del Ministero della salute, e ricette gustose e pratiche per meglio affrontare questa patologia.

Ma veniamo a questo, perchè ve ne sto parlando?

Teobromina 650 mg
Giunti Editore

Tempo fa ho affrontato insieme a voi una tematica importante: L’alimentazione come farmaco.

Vi ho spiegato che spesso la nutrizione agisce a livello epigenetico, cosa voglio dire?

Che spesso il modo in cui ci alimentiamo può influenzare i nostri geni, e quindi la nostra salute, e quindi si anche gli alimenti possono essere considerati dei veri e propri farmaci da assumere nelle dosi giuste, e di cui, come dice anche Arianna in questo libro, dovremmo leggere attentamente il foglietto illustrativo.

Perchè?

Perchè proprio come un farmaco, gli alimenti contengono dei principi attivi. Cosa sono ?

I principi attivi sono delle sostanze che possiedono un’attività biologica. Ovvero?

E’ la capacità di queste sostanze di provocare effetti su cellule, tessuti, organi, e questo effetto può essere positivo, o dannoso, come spesso accade nell’utilizzo di molti farmaci, pensiamo agli effetti positivi che un antibiotico può avere nella cura di un’infezione batterica, ma allo stesso modo, quanto spesso sia dannoso per il nostro corpo, soprattutto per il nostro intestino l’utilizzo, spesso incontrollato, dell’antibiotico stesso.

Allo stesso modo anche gli alimenti, finanche l’acqua che è anch’essa un alimento, possiedono dei principi attivi, i quali possono creare benefici al nostro corpo, ma anche danni.

Quindi se è vero che il cioccolato fa bene, proprio come dice Arianna nel suo libro, perchè contiene tutta una serie di principi attivi che migliorano vie biochimiche, spiegate anche all’interno del libro stesso, altrettante  possono invece subire effetti dannosi dalla stessa assunzione.

Ma perchè?

Beh Arianna ci spiega che in realtà il cioccolato , non è solo cioccolato.

In questo libro la dott.ssa Rossoni ci spiega prima di tutto l’attività biologica dei principi attivi del cioccolato,  tra cui proprio la Teobromina che da il titolo al libro stesso. E perchè lo fa? Perchè ci spiega in termini tecnici e scientifici una cosa cosi semplicemente gustosa come il cioccolato?

Per il motivo stesso che da senso al suo lavoro, perchè anche il cioccolato è scienza, e non è una semplice barretta, fava o tutte le altre forme in cui potete trovare il cioccolato.

Perchè spesso ad attirare la nostra attenzione sono dei messaggi parziali che captiamo dal web, dai giornali dalla tivù. Quante volte ci è capitato di sentire che il cioccolato fa bene al cuore, è un potente analgesico, è in grado di stimolare tutta una serie di vie metaboliche che ci permettono di ‘abbassare la glicemia’

Ma che davvero? E tu diabetico che stai facendo seduto sulla tua poltrona, facciamo scorta di cioccolato!

Feeeeeermi, fermi tutti, dove andate, vi sto già vedendo al reparto dolci e cioccolato dell’esselunga! Guardate che non vi regalano punti fragola se non leggete quello che sto per dirvi.

Arianna ci spiega tutte le caratteristiche dei fenomenali principi attivi di questa sostanza, ma ci fa anche tanto riflettere, che è naturalmente il principio base per cui ha scritto questo libro.

Il libro si compone proprio come un bugiardino , ovvero il foglietto illustrativo che trovate nei farmaci. Per cui, oltre ad una prima parte dedicata alla spiegazione dei principi attivi del cioccolato e le indicazioni terapeutiche, ovvero il motivo per il quale assumiamo un farmaco/alimento, troverete indicazioni sulla modalità di conservazione e la scadenza, perchè si sa, che gli alimenti , e così quindi anche il cioccolato, devono essere sapientemente conservati, e consumati prima della data di scadenza, e ancora sfogliando le pagine di questo libro/bugiardino troverete le avvertenze, le controindicazioni e

SOMMINISTRAZIONE E MODALITA’ D’USO

In cui si legge:

Attenzione! Le posologie indicate sono da intendersi nell’ambito di una dieta sana ed equilibrata e in presenza di adeguata attività fisica.

La dott.ssa Rossoni sottolinea quanto sia importante personalizzare anche un singolo consiglio che troviamo sparso per il web, e ancora di più su un libro divulgativo.

Quando postiamo foto in cui c’è una semplice ricetta, spesso la domanda che fate a tutti del settore è: va bene anche per me? ed io quanto ne devo assumere?

e che ne so? chi ti conosce!

E quindi, ragazzi, anche per il cioccolato vale la regola del : DIPENDE!
Dipende da chi abbiamo di fronte, se il soggetto è sano, se al contrario ha patologie per cui è bene limitare/ evitare l’assunzione, se fa sport, e soprattutto che tipo di sport.
Insomma quando parliamo di alimentazione non esistono DOGMI, non esiste un principio summo, che vale per tutti. Nella scienza dell’alimentazione spesso tutto è il contrario di tutto e niente.

E parlando di ricette, poi vi lascio alla lettura del libro, all’interno di queste 128 pagine( comprese di Bibliografia), troverete tante ricette, alcune delle quali ancora devo testare, tra cui quella dei Brownies di zucchine, una ricetta che sembra salata, ma non lo è, il cui ingrediente principale naturalmente è il cioccolato, per alcuni versi l’ho trovata molto simile ad una ricetta tipica campana, in cui però vengono utilizzate le melanzane e il cioccolato, che ha sicuramente un apporto calorico maggiore, come un pò tutte le cose tipiche della mia regione, perchè le melanzane vengono prima fritte e poi ‘inondante di cioccolato’.

Non solo ricette, ma tanti contenuti extra in cui Arianna sfata falsi miti sul cioccolato, quei falsi miti che purtroppo dobbiamo sfatare, ogni giorno nella pratica ambulatoriale, con i pazienti, ma anche sul web,

Continuando troverete tante storie e mini storie del cioccolato.

Insomma il mio non è un invito a leggere questo libro, ma un obbligo.

Troverete tante risposte a molte domande che spesso avete fatto anche a me!

Per cui adesso voglio vedervi tutti a fare il gelato al cioccolato senza latte, che Arianna consiglia come merenda estiva, adatta anche agli intolleranti al glutine e al lattosio.

Insomma un libro per tutti, come dovrebbe essere la buona divulgazione scientifica.

Grazie Dott.ssa Arianna Rossoni.

 

 

 

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La dieta lunga un viaggio https://www.tizianapersico.com/2019/05/14/la-dieta-lunga-un-viaggio/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=la-dieta-lunga-un-viaggio https://www.tizianapersico.com/2019/05/14/la-dieta-lunga-un-viaggio/#respond Tue, 14 May 2019 17:15:21 +0000 https://www.tizianapersico.com/?p=1914 Quando ho intrapreso questo piccolo viaggio in Marocco, ho cercato di appuntare con i miei occhi, con l’otturatore della mia macchina fotografica e sul mio taccuino,  il maggior numero di particolari di questo viaggio, in modo che potessero rimanere impresse nella mia mente, nei tempi avvenire.

Al liceo , la professoressa di italiano ci costrinse a leggere l’Ulisse

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Quando ho intrapreso questo piccolo viaggio in Marocco, ho cercato di appuntare con i miei occhi, con l’otturatore della mia macchina fotografica e sul mio taccuino,  il maggior numero di particolari di questo viaggio, in modo che potessero rimanere impresse nella mia mente, nei tempi avvenire.

Al liceo , la professoressa di italiano ci costrinse a leggere l’Ulisse di Joyce, solo con il tempo ho capito il motivo per il quale , quella piccola donna ci ha spinti a leggere quel monologo , che descrive un viaggio interiore del protagonista scorrendo senza punteggiatura, da leggere tutto d’un fiato, semmai ci riuscisse qualcuno.

Sebbene l’Ulisse è la storia di una singola giornata, ambientata in una città diversa da Marrakech, ho sempre visto la narrazione della storia di Leopold Bloom, come quella di ognuno di noi: un viaggiatore, un avventuriero alla scoperta del mondo, del proprio mondo,  proprio come Ulisse, di Omero.

Guida Berbera Ait ben Haddou

Vi starete chiedendo, dottorè cosa vuole dirci?

Nella mia concezione di dieta, nell’etimologia stessa della parola dieta [al latino diaeta, a sua volta dal greco δίαιταdìaita, «stile di vita»] c’ho sempre visto una scoperta quotidiana, una continua ricerca di cose nuove, che rendono flessibile e sostenibile la dieta stessa, e per questo spesso invito i miei pazienti a scoprire nuovi alimenti proprio come se stessero compiendo un viaggio, ribadisco che non devono avere limiti nella conoscenza delle categorie alimentari, e che non devono dirmi che c’è qualcosa che non gli piace, perché , dato di fatto, preparando in maniera diversa quell’alimento che mai avremmo mangiato, ci ricrediamo sul fatto stesso che non lo mangiavamo, come spesso accade per le verdure.

Chi arriva in studio spesso non ha mai mangiato una foglia verde di una qualsiasi verdura, o inserito all’interno di una ricetta una spezia che non sia il comune pepe o peperoncino.

Ecco la dieta, lo stile di vita, può essere paragonato ad un viaggio meraviglioso all’interno del quale sperimentiamo nuovi sapori, utilizziamo tutti e 5 i sensi, osserviamo attenti ogni alimento per scoprire come associarlo ad altri, proprio come un esploratore alla volta delle stelle.

Proprio per questo ho pensato di lasciarvi un pezzo del mio viaggio in Marocco, un viaggio fatto di tanti sapori molto simili ai nostri, del resto il Marocco si affaccia anche sul mediterraneo, oltre che sull’Atlantico, ma anche di sapori, odori e colori nuovi, che hanno suscitato in me la voglia di sperimentare in cucina, proprio come un piccolo chimico.

Un viaggio fatto di tanti kilometri calpestati a piedi e su ruote.

Un paio di cose da sapere prima di partire:

  • Per il Marocco avete bisogno come documento di identità il passaporto, potete collegarvi al sito della Polizia di stato, per fissare un appuntamento, muniti di foto tessere, apposite per il passaporto, e nel giro di 1 mese avrete il vostro documento
  • In Marocco la moneta è il Dirham, 1 euro equivale a 10 Dirahm , il cambio lo potete fare stesso in aeroporto, il mio consiglio è di portarvi contante, spesso non accettano carte, tranne se la cifra non è alta , oltre i 7-800 Dirahm, ovvero al di sopra dei 70- 80 euro, che pagherete al massimo in qualche localizzo più occidentalizzato, e alla moda, instagrammabile e bloggabile, insomma nulla che a me , a dire il vero piace.
  • La seconda lingua ufficiale è il francese, parlano un inglese molto scolastico, che è peggio che andar di notte.
  • La notte, non è sicura soprattutto nel vecchia Medina, non fate i prodi valorosi.
  • L’acqua, vabbè ne parliamo più avanti nel dettaglio che è meglio!

E quindi veniamo al ‘mio’ viaggio.

Aperto il portellone, c’aspettavamo un impatto termico diverso, il vento fresco ci ha travolti.

Dopo il controllo di routine dei passaporti e dei bagagli, ci ha accolti un tassista al suo primo giorno di lavoro, non conosceva bene le strade e dopo mille giri nel parcheggio, domande agli altri tassisti , ci siamo ritrovati con in auto informazioni e  una scatolina, contente dei tipici dolcetti al miele e mandorle , gli Shebakia, che vengono preparati durante il periodo del Ramadan, che il tassista ci ha gentilmente offerto, il sapore è simile a quello degli struffoli napoletani, infatti la preparazione è molto simile, tranne che per qualche spezia in meno.

Shebakia acquistati ad Essaouira

Da questo gesto semplice, da questa offerta, ho capito sin da subito quanto sia ospitale il Marocco.

Chiunque ho incontrato lungo questo viaggio è stato ospitale, cordiale , è loro premura sapere che tutto vada bene, che tutto sia di tuo gradimento, che tutto sia ok, e ti ringraziano sempre! Choukran!

Marrakech va visitata con calma, perché i ritmi frenetici del Souk possono travolgervi.

Moto, bici, bambini, mercanti urlanti, è quello che troverete all’interno dei viottoli stretti ai cui lati si dimenano piccolissimi negozi di antiquato, oggettistica, olio di argan e tutto quello che di tipico c’è in Marocco!

Il senso dell’igiene non appartiene al Marocco, tranne in piccolissime realtà!

Nel Souk troverete botteghe in cui vendono di tutto, ma anche macellai che espongono carne al di fuori delle loro botteghe, vi risparmio immagini forti, ma troverete appeso davvero di tutto, comprese le interiora e parti poco belle da vere, insomma probabilmente l’HACCP non esiste!

Se vi state chiedendo cosa sia vi faccio una piccola lezione di igiene degli alimenti( che qualsiasi biologo prima, e nutrizionista poi deve conoscere, in quanto è anche argomento di Esame di abilitazione alla professione)

Spiegone di igiene degli alimenti

Macellaio all’interno del Souk

Cos’è l’HACCP? E’ un insieme di procedure, mirate a garantire la salubrità degli alimenti, attraverso cui si monitorano dei “punti della lavorazione” degli alimenti in cui si prospetta un pericolo di contaminazione, sia di natura biologica che chimica o fisica.

L’HACCP è stato introdotto in Europa negli anni novanta, e prevede l’obbligo di applicazione del protocollo HACCP per tutti gli operatori del settore alimentare.  La Commissione Europea ha redatto delle Linee guida generali sull’applicazione delle procedure riferite ai principi del sistema HACCP. Sono tenuti a dotarsi di un piano di autocontrollo farmacie, operatori nel campo della ristorazione, bar/pasticcerie, rivendite alimentari e ortofrutta, salumerie, gastronomie, macelli, macellerie, pescherie, panifici, case di riposo, scuole, mense, comunità in cui si somministrano alimenti… in pratica, tutti coloro che sono interessati alla produzione primaria di un alimento (raccolta, mungitura, allevamento), alla sua preparazione, trasformazione, fabbricazione, confezionamento, deposito, trasporto, distribuzione, manipolazione, vendita o fornitura, compresa la somministrazione al consumatore. Alimenti sono pure le bevande, pertanto anche chioschi, discoteche, sale cinematografiche, sagre, eventi di degustazione, ecc. devono applicare la HACCP. 

Nel 2006 il sistema HACCP è stato reso obbligatorio anche per le aziende che hanno a che fare con i mangimi per gli animali destinati alla produzione di alimenti (produzione delle materie prime, miscele, additivi, vendita e somministrazione).

 

 

Alla base delle norme dell’igiene degli alimenti, ci sono anche le regolamentazioni riguardanti l’etichettatura degli alimenti, ma magari di questo ne parleremo in un altro articolo.

A Marrakech lo street food è ad ogni angolo delle strade, un pò come trovarsi in via dei Tribunali a Napoli, ma senza pizza.

A farne da padrona è la piazza Jemaa el-Fnaa attorno alla quale si sviluppa tutta la città, la Medina, confinando con il suoi e la Quasba, i quartieri più ‘popolari’ di Marrakech.

E’ una piazza camaleontica, non solo perché trovate ogni sorta di articolo alimentare, ma perchè  la piazza subisce una vera e propria trasformazione tra il giorno e la notte.

Di giorno un vero e proprio mercato, ma dal calar del sole troverete ogni sorta di ‘artista di strada’, come l’incantatore di serpenti e abili acrobati .

Il cibo venduto in strada qui è tipico, ma attenzione, le pratiche culinarie sono molto diverse dalle nostre, prestate attenzione a ciò che acquistate, per non incappare in una spiacevolissima dissenteria.
All’interno del mercato e del Souk troverete le spremute d’arancia, che vi servono dal mattino anche nei Riad ( il mio Riad era il Dar Si Khalifa ), le arance sono buonissime, sono dolci e per niente aspre, troverete ogni sorta di alimento fritto tra cui i brewats, dei triangolini di pasta fillo al sapore di cannella, ripieni di carne trita o formaggio, assaggiati nel primo ristorantino in cui abbiamo mangiato, Naranji, non troppo lontano da Jamaa el fnaa.

In quasi tutti i ristoranti è presente la tipica terrazza che ritroverete anche nel Riad, sulla quale io vi consiglio sempre di accomodarvi, perchè oltre che godervi il panorama dei tetti della città, ascolterete ad ore alterne il canto del Muezzin, un richiamo melodioso alla preghiera.

Tajina vegetariana con albicocche e pistacchi
Insalatine marocchine

L’alimentazione è molto varia, non vi mancherà l’Italia , o perlomeno a me non è mancata,  i sapori non sono così distanti dai nostri, qualsiasi sia la scelta del vostro piatto, le verdure fanno sempre capolino, che sia un cous cous o una tajina di carne, e poi naturalmente le spezie sono immancabili nei piatti. Di solito vengono utilizzate per marinare le carni, qui hanno un altro concetto di marinatura, non esiste una soluzione, ma soltanto soluti, ovvero solo spezie. Non viene utilizzato vino, aceto o liquidi che permettono la marinatura, ma le erbe aromatiche e le spezie che prenderanno spazio all’interno delle vostre narici, vengono utilizzate non solo per insaporire, ma anche per colorare e ‘disinfettare’.

Sui tavoli a richiesta viene servito del sale, perchè si sa, le spezie servono anche a questo, a dare sapidità, ed anche per questo vi consiglio di utilizzarne e farne uso nelle vostre ricette, per diminuire il contenuto di ‘sodio’ , attenzione non di sale, nelle vostre diete . In questo periodo molte di voi bevono quintalate di acqua, eliminano il sale, perchè hanno letto che : diminuisce la ritenzione idrica!

Siete fuori strada!! Quando bevete acqua e non assumete la giusta ‘razione’ di sali ( sodio, potaassio, magnesio, etc) il sangue diventa ipotonico, cosa che accade davvero raramente! Ma che vo’ rdi?

Vuol dire che non dobbiamo ne togliere e ne mettere, ma assumere le giuste quantità, per un buon equilibrio elettro-litico, che viene reso tale da un ormone, che produce il nostro organismo, l’aldosterone, che lo riassorbe a livello del tubulo renale e ne permette l’eliminazione tramite le urine, inattivandosi.

La ‘ritenzione idrica’ sembra essere diventato un problema esistenziale anche negli uomini ( ma che davvero?).
Molti sono i fattori che innescano questo meccanismo di ‘trattenuta delle acque’ tra i quali sicuramente non mancano quelli ormonali, stagionali e non in ultimo e non meno importanti, ALIMENTARI!

Inutile acquistare cremine, fanghi, e buttare soldi come Leonardo di Caprio in Wolf of Wall Street, se mangiate male, se vi allenate anche male, non fate altro che aumentare la problematica, ma magari ne parleremo più approfoditamente.

Te berbero servito da un venditore di tappeti

Ritornando alle spezie che ritroverete ovunque, le ritroverete anche nel te alla menta che vi viene servito ad ogni ora, in ogni momento, dal primo momento in cui arrivate in Marocco.
Io ho ordinato spesso  hummus servito con carne trita e pesto di erbe aromatiche, falafel, i più buoni mai mangiati, ed insalatine tipiche marocchine composte da lenticchie spieziate(eh si), zucchine che sembrano lontanamente alla scapece, ma non sono fritte, barbabietola o cavolo viola servite tutte in piccole terrine di coccio.

Hummus di ceci con carne trita

Abbiamo anche tentato di ordinare una birra, ma qui la servono quasi tutti analcolica, la birra Halal, una birra conforme non solo a norme igienico sanitarie ma all’eticità della legge islamica. In realtà non è una vera birra, è una bevanda al malto il cui sapore è simile alla birra vera.

ALLERT consiglio sanitario.

Dissenteria del viaggiatore. Altro piccolo spiegone scientifico (eh altrimenti mi aprivo un blog di viaggi )

La “dissenteria del viaggiatore (DDV)”, detta anche “Vendetta di Montezuma”, è un’enterite, ovvero un’infiammazione che prende al primo tratto dell’intestino,  è di origine infettiva e nella maggior parte dei casi il ceppo batterico che ne è la causa è Escherichia Coli, che produce un’enterotossina, appunto, che determina 2 / 3 o più evacuazione di feci non formate o liquide nell’arco delle 24 ore a cui si possono accompagnare altri sintomi intestinali o generali. E’ un evento molto comune e si manifesta nella maggior parte dei soggetti che affrontano un viaggio, in luoghi in cui c’è un basso controllo igienico e soprattutto sono zone a clima caldo.

Il contagio avviene per ingestione di alimenti o bevande  contaminati con residui fecali depositati da mosche ed altri insetti, mani sporche, suppellettili non pulite adeguatamente. Il contagio può avvenire anche attraverso le proprie mani sporche, l’utilizzo di asciugamani o biancheria contaminata, frequentazione di ambienti con scarsa igiene.

La domanda è perchè il viaggiatore ne soffre e il ‘residente’ no.
Soprattutto nei paesi industrializzati ed occidentalizzati, l’igiene è diventata di norma, ma spesso anche una mania. Il nostro sistema immunitario non viene abbastanza sollecitato per poter creare quegli anticorpi utili, che ci permettono di creare una certa immunità, insomma meccanismi che sono alla base della puericultura delle nostre nonne, ovvero  di farci venire a contatto con il maggior numero di germi possibili cosi da: FARE ANTICORPI! La vecchia scuola ci salverebbe da tantissime malattie del nuovo millennio, tra cui l’ossessione dell’igiene e del pulito! 

Naturalmente, scherzo(in parte)è bene che ricordiate di acquistare sempre bibite imbottigliate, compresa l’acqua, e di farvi consigliare una profilassi dal vostro medico, se siete dei soggetti predisposti a questo tipo di problematiche fastidiose.

E anche se l’acqua, per legge, in Marocco è potabile,  è consigliabile non berla dal rubinetto

Il nostro viaggio è proseguito per Essaouira, un piccolo porticciolo di pescatori tinto di bianco e azzurro, diversissima da Marrakech, dove il rosso della terra e delle pareti risalta l’odore fortissimo delle spezie vendite nella Place des Spices

Ad Essaouira abbiamo girato per 4 ore, l’aria è sicuramente più respirabile, più frizzante, la brezza marina attraversa i polmoni, e le spiagge di questo luogo vengono impiegate da surfisti e kyters , abili nel volteggiare tra acqua e terra.

Qui credo di aver spalmato la crema solare molto più dell’olio sulla porchetta di ariccia.

Vitamina D , di cui tanto sentiamo parlare in estate, perchè la sua produzione è agevolata dall’esposizione solare!

Non vi faccio nessuno spiegone scientifico, perchè ci sarebbero tante cose da dire ,ma quello che voglio che teniate bene a mente è che il sole, seppur caldo, brillante, e giallo, è dannoso per la nostra pelle. I raggi (UVB e UVA) mettono in serio pericolo la nostra pelle. Quella che voi vedete sulla pelle, l’abbronzatura che ci fa sentire tanto fighi e tanto belli, non è altro che una risposta del nostro corpo ad uno stress, ovvero l’esposizione solare.
Se proprio vogliamo esporci, facciamolo con razionalità, seguendo piccole regole :

  • Spalmare una crema adatta al proprio fototipo
  • Applicarla ogni due ore, anche se sei in città, e anche se è nuvoloso
  • Non esporsi nelle ore più calde
  • Ma soprattutto, e questo non vale solo per il Marocco, proteggersi anche con indumenti, cappelli e occhiali con filtri solari idonei.

Noi ci siamo immersi in un mercato del pesce tra le strade di questa piccolissima città , in cui una Torre fa da vedetta ad una miriade di gabbiani in cerca di rubare anche una lisca ai poveri pescatori che comprano e vendono pesce al miglior acquirente!

Essaouira e le sue barche blu

L’asta se cosi vogliamo chiamarla è un’arte in Marocco!

Offrire il miglior prezzo, riabbassarlo e venderti (a loro dire ) il prodotto migliore, è tipico !! Durante questo viaggio ho scoperto che l’economia, l’artigianato, e tanto altro si mantiene sulle spalle e nelle mani di forti donne, che sono le vere lavoratrici di questa terra,che non desiderano essere fotografate!

(Attenzione ad insistere, questo scatto è stato più che rubatissimo)

Cooperativa di donne che lavorano l’argan

Le vedete caricarsi sulle spalle quantità enormi di menta, per i tè, di sbucciare quintalate di noccioli di Argan, ma la cosa che più ha colto il mio sguardo è che anche qui, come in alcuni dei celeberrimi luoghi in cui la dieta mediterranea è famosa, ci sono tantissimi ‘centenari’.

Ho chiesto alla mia guida di chiedere, se poteva,  l’età a queste donnine e nessuna era un under 70, potremmo dire che anche qui vige uno stile alimentare sano, fatto soprattutto di tantissima attività sportiva, la stessa che tengo spesso a mente ai miei pazienti, facendo proprio questa considerazione:

Perchè fino a qualche ventennio fa si viveva meglio e più a lungo?

La risposta non è nelle stelle, ma nello stile di vita, i nostri nonni mangiavano i prodotti della terra, proprio come in Marocco, lavoravano i campi o erano abili pescatori, queste erano la palestra della vita , della mente e del corpo. ( altro che powerlifting)

Continuando il nostro viaggio, abbiamo poi intrapreso le strade dissestate, bruciate dal sole che ci conducevano al deserto,  percorso anche in ‘sella’ a dei cammelli.

Credetemi spiegarvi cosa gli occhi sono riusciti a percepire da quel paesaggio sabbioso è indescrivibile!
Il deserto di Merzouga è al confine con l’Algeria, è una distesa di colore giallo ocra, gli occhi quasi si perdono a vedere quell’immensità . Siamo stati ospiti di una comunità di berberi del deserto ci hanno omaggiato di una loro tipica cena, molto umile, una tajina di verdure e tuberi, con pollo, abbiamo danzato con loro sulla sabbia fine e stranamente fredda del deserto.

Dormire in tenda, con un tappeto di stelle al di sopra della nostra testa è stato incredibile.

Questo viaggio mi ha insegnato tantissimo, sia personalmente che professionalmente.

Mi ha insegnato che :

Bisogna dedicare del tempo a se stessi, a ciò che ci piace fare, perché se come anche Aristotele insegna lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi del tempo libero, una vita fatta di solo lavoro diventa vana e quando è ben speso il tempo, non è mai perso

Ascoltare ed ascoltarsi.

Quante volte ci capita non solo di non ascoltare gli altri, ma di non ascoltare il nostro corpo, di affaticarlo, di fare più di quello che riesce a fare, e di sentirci stremati. Ci affatichiamo nel raggiungimento di un obiettivo ,di seguire quella dieta impossibile da sostenere, di entrare in quei pantaloni che proprio non vogliono starci, di emulare modelli che i social media ci impongono di prendere ad esempio, ma che invece dovremmo solo guardarli come immagini di ‘copertina’

E poi il Marocco mi ha insegnato ancora di più , quanto sia importante condividere, to share, la propria cultura e quella degli altri.

Mi ha insegnato quanto sia importante integrarsi. In un periodo cosi difficile per il mondo che ci circonda, un momento storico che ci mette dinanzi al fatto che mescolarsi vuol dire migliorarsi, che condividere vuol dire formare quegli anticorpi che le nostre nonne volevano o vogliono che noi costruiamo, perchè c’è ancora tanto da scoprire del mondo e quanto ancora ha da insegnarci, e lo possiamo fare solo aprendo la nostra mente.

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Quando faccio questa affermazione instudio sgranate gli occhi!

Com’è possibile che per dimagrire bisogna stare fermi nel letto e dormire?

Beh io direi che più che dormire dovete riposare, che è diverso!

E’ un bel pò di tempo che cerco di spiegare questa cosa a molte mie pazienti, a molti  #followè , …

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Dormire fa dimagrire!

Quando faccio questa affermazione instudio sgranate gli occhi!

Com’è possibile che per dimagrire bisogna stare fermi nel letto e dormire?

Beh io direi che più che dormire dovete riposare, che è diverso!

E’ un bel pò di tempo che cerco di spiegare questa cosa a molte mie pazienti, a molti  #followè , mi riferite che ne avete provate davvero tante( a detta vostra), la dieta del limone, la dieta zero pane e pasta, allenamento 6 giorni su 7, 7 chili in 7 giorni come Pozzetto, il drenante, il detttoxe, ma nessuno mi riferisce di essersi fermato per un solo secondo a riflettere su cosa permette effettivamente al nostro corpo di aumentare di peso, o ancor peggio di non dimagrire, facendoci stagnare in quello che in gergo scientifico viene definito ‘blocco metabolico’.

Cosa significa?

Che il metabolismo è bloccato? Che ho il metabolismo lento? Che devo prendere la Garcinia, o il bidibodibu per aumentare il mio metabolismo?

No nulla di tutto questo, sicuramente!

E allora , dottorè cosa succede?

Anche in altre occasioni , ho spiegato come il nostro corpo sia una macchina eccezionale, di come il vostro organismo non sia altro che una serie di ‘vie metaboliche’ che, quando tutto procede bene, tutto funziona a dovere, e il traffico è scorrevole, tutto arriva dove deve arrivare, ormoni e nutrienti.

Al contrario, quando qualcosa va storto,  come quando siete in autostrada, o meglio un grande ed enorme GRA, un raccordo anulare all’ora di punta, tutto  si blocca, tutto è in caos, troverete nell’ingorgo  macchine di lavoratori pendolari che devono raggiungere il posto di lavoro, le mamme che devono portare i loro bimbi a scuola, il camionista che intralcia l’uscita sulla Prenestina, per l’incidente di un Ape car, che trasportava cocomeri che si è inesorabilmente ribaltato perché ha preso male una curva, facendo rompere tutti i cocomeri!

Ecco questo accade quando FATE TROPPO, rompete i cocomeri, o le uova, nel paniere del vostro corpo che invece vorrebbe più tranquillità!

Quindi accade che le vostre vie metaboliche sono sature, non sanno gestire più il traffico di ormoni, il funzionamento di organi, veicolazione di sostante nutritive, e iniziano ad incepparsi quei meccanismi di combatti e fuggi a cui lo abbiamo sottoposto fino ad ora, perché sovraccaricandoli li abbiamo stressati ( in termini scientifici, siamo in quello che viene definito stress surrenalico) abbiamo un’ alterazione della produzione di adrenalina, ci sentiamo stanchi ed affaticati, siamo costipati e in ultimo, e non meno importante DORMIAMO MALE!!!

Lo stress, purtroppo, può compromettere non solo una performance , lavorativa, sportiva, ma anche la dieta!

L’ormone dello stress, il cortisolo è la causa di tutto questo, ma non sempre.

Ovvero in condizioni normali di stress, il corpo risponde aumentando la sintesi di questo ormone. Quando però la sintesi è perennemente sollecitata, come se  il tasto play del cortisone non ‘shiftasse’ più, non cambia più la modalità, lascia il corpo in una perpetua condizione di stress, determinando anche un esaurimento delle energie, aumentato lo stato di stanchezza fisica e psicologica

Il cortisolo in aumento determina effetti negativi , che in condizioni di normalità sarebbero anche benefici, ma sul lungo termine, no!

SPIEGONE SCIENTIFICO!!!!

[se non vuoi leggerlo vai direttamente in prigione senza passare per il via 🙂 , scherzo, leggi direttamente COSA FARE?]

“Un’ipercortisolemia, aumenta la glicemia, perché aumenta la gluconeogenesi, ovvero la produzione di glucosio, a partire da proteine, in particolare dall’alanina, un aminoacido, provocando catabolismo, quindi consumo di massa magra, e di conseguenza un aumento di massa grassa, riducendo anche l’attività dei recettori insulinici, questo favorisce la LIPOGENESI, ovvero la produzione di acidi grassi, di lipidi e non in ultimo STIMOLA LA FAME, favorendo quindi anche il deposito di grasso nella regione addominale. Inoltre ben più grave, un aumento dello stress e quindi dell’ipercoltisolemia riduce le difese immunitarie e quindi ci predispone a tutta una serie di probabili infezioni!

COSA FARE? ( ti ho visto che hai saltato lo spiegone)

Sospendere tutto quello che si sta facendo, diminuire i carichi, emotivi, lavorativi, sportivi, dietetici.
Ma soprattutto rispettare i propri ritmi circadiani e il ritmo sonno-veglia.

Cosi come per l’allenamento, il recupero, il riposo, sono fondamentali perché consentono al corpo di ‘rigenerarsi’.

Il glicogeno muscolare viene ripristinato, le fibre muscolari riparate, e non meno importante il riposo ci permette una maggiore concentrazione nelle nostre attività quotidiane.

Inoltre quando riposiamo il nostro corpo mette in circolo due ormoni importantissimi, la melatonina e la leptina, quest’ultima definito anche ormone della sazietà, quando in circolo, diminuisce i livelli di un altro ormone, la grelina, che stimola invece l’appetito.

Dormire poco, e male diminuisce i livelli di leptina, aumentando i segnali di ‘incoraggiamento’ a produrre grelina, e quindi aumentare il senso della fame, e di conseguenza l’aumento del peso corporeo.

Vedete che il dimagrimento non è solo una questione di un carboidrato in più o in meno nella vostra dieta?

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COME PREPARARE I LEGUMI https://www.tizianapersico.com/2019/03/28/come-preparare-i-legumi/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=come-preparare-i-legumi https://www.tizianapersico.com/2019/03/28/come-preparare-i-legumi/#respond Thu, 28 Mar 2019 17:34:26 +0000 https://www.tizianapersico.com/?p=1892 Ceci, lenticchie, piselli, fave, lupini, erba medica, fagioli, soia, caiano, ed in ultimo ma non meno importante l’arachide, fanno parte della stessa famiglia  : le Fabacee o Leguminose.

Tranne per la soia e per l’arachide che sono costituite anche da grassi, i legumi sono costituiti prevalentemente da amido, ovvero carboidrati, e proteine  e sono da secoli i rappresentanti di una …

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Ceci, lenticchie, piselli, fave, lupini, erba medica, fagioli, soia, caiano, ed in ultimo ma non meno importante l’arachide, fanno parte della stessa famiglia  : le Fabacee o Leguminose.

Tranne per la soia e per l’arachide che sono costituite anche da grassi, i legumi sono costituiti prevalentemente da amido, ovvero carboidrati, e proteine  e sono da secoli i rappresentanti di una valida alternativa agli alimenti di origine animale, proteine si nobili, ma anche più costose.

L’elemento distintivo dei legumi è sicuramente il contenuto di proteine, rispetto ai cereali come il riso, che sviluppano grazie alla loro simbiosi con batteri presenti nel terreno, Rhizobium, che convertono l’azoto in una forma che la pianta può utilizzare, aminoacidi e quindi proteine, ma non è esclusivo, come accade ad esempio per un filetto di merluzzo, il cui contenuto proteico è del 96% , i in particolare abbiamo 17g di proteine su 100g di prodotto e zero carboidrati, a fronte di 26g di proteine di un fagiolo CRUDOma sappiamo che crudo non lo mangeremo mai e questo valore decade a soli 7 g, considerando il fagiolo cotto.
Il tegumento dei legumi, ovvero la parte esterna, che cambia colore a seconda della varietà del legume, è costituito esclusivamente da carboidrati, e contiene la maggior parte delle fibre indigeribili del seme, e responsabili della formazione di gas all’interno del nostro intestino, in particolare questi carboidrati non riescono ad essere digeriti dagli enzimi digestivi, che non riuscendo a convertirli in zuccheri più semplici restano inassorbiti a livello intestinale.

Questi carboidrati escono intatti dall’intestino tenue e raggiungono l’intestino crasso, dove la flora batterica residente cerca di fare quello che non è stato fatto, ovvero digerirli, ma invano, determinando quindi fenomeni di fermentazione, e quindi formazione di gas.

Uno dei metodi più utilizzati per ridurre questi fastidi, sin dai primi uomini, no non è vero è vecchio si , ma forse non cosi vecchio, ma mia nonna Giovannina sicuramente lo utilizzava, e di certo anche le vostre nonne, è quello di lasciarli in ammollo, e di cuocerli finchè non si disgrega la membrana esterna, responsabile dell’elevato contenuto di oligosaccaridi e quindi della non digeribilità dei legumi, questo in realtà riduce anche i tempi di cottura del 25%.

Questo vi permette di organizzare i vostri pasti, perchè una volta cotti i legumi possono essere conservati in quella che io definisco la Dispensa di Elsa,  ovvero il congelatore, ed essere utilizzati all’occorrenza.

Ma veniamo alle particolarità del caso.

I tempi di ammollo dipendono dal tipo di legume, dalla grandezza. I legumi di media dimensione assorbono oltre la metà della loro capacità di acqua totale nelle prima due ore di ammollo e raggiungono il picco, circa il doppio del loro peso originario, 10-12 ore dopo

I legumi freschi seppure maturi, sono ancora umidi, e quindi ricchi di acqua, per questo necessitano meno tempo di cottura, 30 minuti a volte bastano, mentre per quelli essiccati, a volte sono richieste delle ore, sia per le dimensioni,ma anche per la stessa membrana cellulare che ‘tiene’ sotto controllo entrata di acqua, che avverrebbe solo attraverso l’ilo, ovvero quella fessurina che si forma quando staccate ad esempio i fagioli dal baccello. Dopo 30-60 minuti di ammollo in acqua, questa può penetrare penetra attraverso il tegumento, che ormai si è espanso.

Il sale ed il bicarbonato accelerano la cottura, in particolare il sodio separa il magnesio delle pectine delle membrane, facendoli dissolvere rapidamente. Però attenzione, i sali aggiunti non solo influenzano il sapore, ma anche la consistenza, ad esempio il sale riduce il rigonfiamento e la gelatinizzazione dei granuli di amido del legume, favorendo una consistenza interna farinosa.

Potreste però acquistare legumi decorticati, questo riduce notevolmente i tempi di cottura, oppure utilizzare la pentola a pressione, praticando una cottura a volte inferiore a 20 minuti per alcuni legumi.

Attenzione molti legumi possono resistere anche a cotture prolungate. Non è colpa vostra, ma del raccolto, spesso i legumi trascorrono stoccati, determinando modificazione delle membrane cellulari, sono modificazioni reversibili e non c’è modo di rendere questi legumi morbidi.

Per preservare la consistenza dei legumi , senza disintegrarli, possiamo aggiungere sostanze ‘acide’  e calciche, e metà cottura, che rendono le pectine e le emicellulose del tegumento più stabili e meno solubili. I pomodori ad esempio, preservano la struttura dei legumi

Ma attenzione, la bollitura non è l’unico metodo di cottura.

Molti legumi possono essere consumati previa tostatura, come la soia o i ceci, ed anche le arachidi, determinando una consistenza più piacevole al palato, si sa un alimento croccante è più invitante di un alimento bollito.

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