nutrizionista – Tiziana Persico https://www.tizianapersico.com Biologa nutrizionista Thu, 18 Jun 2020 21:56:34 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.6 https://www.tizianapersico.com/wp-content/uploads/2018/10/cropped-favicon-32x32.jpg nutrizionista – Tiziana Persico https://www.tizianapersico.com 32 32 VARIA LE TUE SCELTE A TAVOLA https://www.tizianapersico.com/2020/06/19/varialetuescelte/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=varialetuescelte https://www.tizianapersico.com/2020/06/19/varialetuescelte/#respond Fri, 19 Jun 2020 06:54:46 +0000 https://www.tizianapersico.com/?p=2501 Fino ad ora abbiamo parlato di ‘cosa fare’ ovvero controllare il peso, mantenersi attivi, mangiare PIU’ frutta, PIU’ verdura, PIU’ cereali integrali, e ‘cosa non fare’ o meglio quali sono gli alimenti da limitare ed evitare . Questo perché gli alimenti devono prima di tutto assicurarci la giusta quantità di energia, devono rispettare il nostro fabbisogno energetico, in base anche …

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Fino ad ora abbiamo parlato di ‘cosa fare’ ovvero controllare il peso, mantenersi attivi, mangiare PIU’ frutta, PIU’ verdura, PIU’ cereali integrali, e ‘cosa non fare’ o meglio quali sono gli alimenti da limitare ed evitare .
Questo perché gli alimenti devono prima di tutto assicurarci la giusta quantità di energia, devono rispettare il nostro fabbisogno energetico, in base anche al nostro stile di vita, devono NUTRIRCI.
Abbiamo più volte ripetuto fino ad ora, quanto sia importante che ci siano diversi alimenti all’interno del nostro piano nutrizionale, o di uno stile di vita sano perché nessun alimento è completo, ovvero capace di soddisfare le nostre esigenze sia in termini di macronutrienti, che di micronutrienti, ed è quindi fondamentale :

VARIARE LE SCELTE A TAVOLA.

Ma cosa si intende per variare?

Vuol dire riuscire a fare delle scelte , non solo guidate dal gusto, che permettono di costruire uno stile di vita alimentare completo ed equilibrato, ma allo stesso tempo cercando di diversificare in maniera tale da rendere il tutto meno monotono prevenendo ovviamente squilibri nutrizionali.

Come si fa?


Dovremmo riuscire, a riconoscere gli alimenti. Molti di voi sono molto confusi, credono che ad esempio i piselli siano delle verdure, quando invece appartengono alla categoria dei legumi, ed hanno la falsa credenza che una categoria alimentare come quella dei legumi faccia parte di un unico macro insieme di nutrienti definito proteine.

 No, no e ancora no! Tutto totalmente sbagliato.

Quindi iniziamo a dire che 5 sono i gruppi alimentari:

  • cereali (e derivati) e tuberi,
  • frutta e verdura,
  • carne, pesce, uova e legumi,
  • latte (e derivati)
  • grassi da condimento.

A questi ovviamente si aggiungono, dei sottogruppi, per ogni categoria alimentare, ad esempio ai cereali si aggiunge il sottogruppo dei sostituti del pane, quali cracker, grissini, friselle, ecc., i prodotti da forno dolci, quali cornetti, biscotti.

Oppure quello del latte e derivati che comprende i due sottogruppi “latte, yogurt e altri tipi di latte fermentato” e “formaggi”. Quest’ultimo può essere suddiviso in formaggi con contenuto di grassi inferiore al 25% come la mozzarella, provola, feta, compresa la ricotta che, pur non essendo un formaggio, viene per praticità inserita in questo sottogruppo e formaggi con contenuto superiore al 25% di grassi come gorgonzola e il parmigiano

Dopo che abbiamo capito dove collocare gli alimenti, all’interno di questo grandissimo planning della nostra vita nutrizionale, dobbiamo capire quanto ne dobbiamo mangiare.

E questo, come dico sempre, dipende dal vostro fabbisogno.

Mangiare in modo sano, equilibrato e adeguato alle effettive necessità energetiche non implica solo la qualità e la varietà degli alimenti, ma anche la loro quantità e frequenza di consumo. Per seguire una corretta alimentazione è quindi fondamentale saper quantificare e valutare ciò che viene messo nel piatto e ciò che viene effettivamente mangiato.

Ed è per questo che esistono le porzioni standard, che sono un valore di RIFERIMENTO, per la popolazione.

Ribadisco RIFERIMENTO!!!!

Questo ci permette di familiarizzare con il concetto di porzione, e quindi con una quantità ‘mediamente ‘ giusta per un soggetto STANDARD.
Si perché poi per l’effettiva quantità relativa al nostro stile di vita, serve comunque un qualcuno di esperto che ci indichi la retta via: il NUTRIZIONISTA.

Altra cosa importante è la frequenza, che oltre a definirci la quantità della porzione, ci indica quante volte, nell’arco di una giornata o un’intera settimana possiamo collocare l’alimento nel famoso planning.

Le frequenze ad esempio ci fanno comprendere davvero una cosa importante. Ovvero che molto spesso per determinati tipi di alimenti la frequenza di consumo cambia in base al sesso, all’età e al livello di attività fisica.
E quindi come vedete, non tutto ciò che può essere uno standard va bene per tutti. Ma deve essere appunto un riferimento dal quale partire.

Variare vuol dire sostituire e non aggiungere,

e non sempre avere una vasta scelta di alimenti risulta positivo in termini di controllo del peso. Ed è per questo che è importante capire le quantità e la frequenza.

Io vi lascio un piccolo planning, che può esservi utile, come riferimento appunto, per gestire le vostre giornate.

Fatemi sapere come vi organizzate e taggatemi nei vostri planning e nei vostri piatti su instagram.

Questo planning può esservi utile come guida, ricordate che sono dei riferimenti standard redatti dal CREA

 

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BEVI ACQUA OGNI GIORNO https://www.tizianapersico.com/2020/04/24/beviacquaognigiorno/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=beviacquaognigiorno https://www.tizianapersico.com/2020/04/24/beviacquaognigiorno/#respond Fri, 24 Apr 2020 08:34:19 +0000 https://www.tizianapersico.com/?p=2404 Rieccoci oggi con il secondo appuntamento , e il secondo di questo mese di Aprile. Seconda linea guida di cui voglio parlarvi, riguarda l’acqua.

La cosa che ci ripetono fin da bambini è che il nostro corpo è fatto per la maggior parte di ACQUA.

Cellule, tessuti, organi ed apparati, e persino il tessuto adiposo, sono composti da essa. Di …

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Rieccoci oggi con il secondo appuntamento , e il secondo di questo mese di Aprile. Seconda linea guida di cui voglio parlarvi, riguarda l’acqua.

La cosa che ci ripetono fin da bambini è che il nostro corpo è fatto per la maggior parte di ACQUA.

Cellule, tessuti, organi ed apparati, e persino il tessuto adiposo, sono composti da essa. Di fatti gli adipociti, le cellule che costituiscono l’organo adiposo, sono costituite si, da ‘goccioline lipidiche’, ma anche e soprattutto da acqua.

Essa è essenziale per il mantenimento del normale funzionamento del nostro corpo, per lo svolgimento di tutti i processi fisiologici e ve ne elenco solo alcuni:

  • L’ACQUA E’ IL SOLVENTE DEL NOSTRO CORPO, permette a tutte le sostanze, micro e macro nutrienti, di essere disciolte in essa
  • L’ACQUA E’ VEICOLO, di queste sostanze, attraverso cui avvengono le principali funzioni metaboliche, come la digestione e l’assorbimento, il trasporto intra ed extracellulare, ed ovviamente l’eliminazione delle scorie.
  • L’ACQUA PERMETTE LA RESPIRAZIONE, le mucose ed i tessuti devono essere continuamente lubrificati ed umide, permettendo all’ossigeno e all’anidride carbonica di essere disciolti in essa, ma soprattutto di essere scambiati tra organi ed apparati.
  • L’ACQUA E’ ESSENZIALE PER LA TERMOREGOLAZIONE, attraverso i processi di sudorazione ( e questo ce lo siamo detti più di una volta, ed anche nel mio E-book, che puoi scaricare QUI )

Insomma pare proprio che non possiamo fare a meno dell’acqua e quindi affinchè tutto funzioni è necessario che il BILANCIO IDRICO sia mantenuto, e quindi come tutte le sostanze, anche l’acqua che viene persa e consumata continuamente, deve essere necessariamente essere reintegrata dall’esterno.

E’ ovvio che la quantità di acqua cambia a seconda del sesso, età, peso, composizione corporea e fattori ambientali, e tutto questo è controllato da una fittissima rete di meccanismi, che regolano l’ingresso attraverso il senso della sete, e l’escrezione, con organi come i reni ma anche la pelle.

In linea generale, ed in condizioni normali, le perdite di acqua giornaliere nell’individuo adulto si aggirano intorno al 3-4% del peso corporeo, ma nei bambini le perdite giornaliere , soprattutto nei primi mesi di vita si aggirano intorno al 15%, per cui è importante reintegrare l’acqua perduta.
La composizione di acqua e soluti del latte materno è tale da soddisfare anche le necessità di liquidi del lattante perchè il latte materno contiene circa l’87% di acqua per cui neonati sani allattati al seno ad libitum non hanno bisogno di assumere altra acqua, anche in condizioni di elevata temperatura ambientale.

Età Assunzione adeguata di acqua ml/die
Neonati 800
Bambini 2-4 anni

5-6 anni

7-10 anni

1200

1600

1800

Adolescenti  2000-2500 Maschi

1900- 2000 Femmine

Adulti e anziani Maschi 2500

Femmine 2000

Gravidanza 2350
Allattamento 2700

Valori di riferimento per l’assunzione di acqua giornaliera nelle varie fasce di età in condizioni di temperatura ambientale temperata e moderati livelli di attività fisica come riportato dai LARN IV Revisione 

Con l’età però diminuiscono sia l’acqua corporea totale, a causa della perdita di massa muscolare e di un proporzionale aumento del grasso corporeo, sia il senso della sete.
Ed è quindi importante soprattutto nell’anziano, cosi come nei bambini, invogliare a bere

Ma voglio ricordarvi che l’acqua NON CONTIENE CALORIE, e ne tanto meno serve a perdere peso, per cui sono vani tutti i tentativi di assumere copiose quantità di acqua al fine di perdere peso, o al contrario non bere, con tentativo di contenere il peso.

Entrambe le pratiche sono pericolose, in quanto non assumere acqua per paura di prendere peso potrebbe determinare disidratazione, al contrario assumere troppa acqua potrebbe arrecare danni ai reni e non in ultimo al cervello.

Ma quindi da dove la dobbiamo pija st’acqua?

In primis dal rubinetto, perchè come quella presente in bottiglia, l’acqua del rubinetto è un’acqua sicura e controllata.
L’acqua destinata al consumo umano, per legge deve essere salubre e non deve contenere microorganismi e parassiti, ne sostanze che possono rappresentare un pericolo per la salute umana.

Sicuramente la concentrazione dei sali minerali è in concentrazioni diverse rispetto ad un’acqua imbottigliata, ma anche le diverse acque dei vari brand differiscono tra di loro per durezza, residuo fisso, effervescenza , ma perchè differiscono anche per zona di provenienza.

E quindi che acqua scegliere?

Quella più giusta per i nostri gusti e per le nostre esigenze, ad esempio per la copertura dei fabbisogni di calcio.

Ovviamente l’acqua è contenuta nella maggior parte degli alimenti, frutta e verdura in primis, ma anche la carne, il pesce, il latte ed i suoi derivati, e le percentuali sono variabili a seconda dell’alimento che prendiamo in considerazione, e quindi come dico sempre ai miei pazienti:

L’acqua non è solo quella della bottiglia!!!

Ma attenzione alle bevande analcoliche ed alcoliche, seppure il contenuto di acqua di queste bevande si aggira intorno all’85%, in queste bevande apportano sì acqua, ma alcuni prodotti possono contenere troppe calorie,  zucchero o addirittura sostanze che facilitano la disidratazione come alcol o caffeina.

Veniamo quindi a sfatare un pò di falsi miti

  • Non è vero che l’acqua deve esser bevuta al di fuori dei pasti, quello che può accadere se si beve durante un pasto è che si allungano i tempi di digestione.
    Anzi l’acqua aiuta a diluire i succhi gastrici, migliora la consistenza degli alimenti ingeriti. Attenzione però se si è affetti da reflusso gastro esofageo o gastrite, in questo caso è sconsigliato bere durante i pasti, in quanto la digestione è già compromessa.
  • Non è vero che bere molta acqua determini la formazione dell’antiestetica ritenzione idrica, quest’ultima è in primis determinata da diverse patologie, ma principalmente è causata dall’eccesso di sale, in particolare di sodio, presente negli alimenti, quindi dovremmo porre attenzione al sale nascosto negli alimenti qui che all’acqua che introduciamo , e ne parlo QUI.
  • Non è vero che l’acqua oligominerale sia da preferire all’acqua mineralizzata, perchè aiuta a mantenere la linea… ma poi che linea???
  • Non è vero che il calcio presente nell’acqua non possa essere assorbito, anzi l’intestino assorbe il calcio contenuto nell’acqua, cosi come quello contenuto nel latte e prodotti lattiero-caseari.
  • E ancora non è vero che il calcio contenuto nell’acqua favorisca la formazione dei calcoli renali, anche perchè i calcoli renali sono formati da ossalato di calcio. Anzi è fortemente consigliato a chi soffre di patologie come la calcolosi renale, di bere abbondantemente acqua, che favorisce non solo l’espulsione dei calcoli, ma anche l’eventuale formazione.
  • Non è vero che bere l’acqua tiepida al mattino a digiuno purifichi il corpo, determini un miracoloso dimagrimento, permetti la regolarità intestinale
  • Non è vero che si perde acqua solo quando fa molto caldo. Anche quando fa molto freddo e l’aria che inspiriamo è particolarmente secca, espiriamo comunque aria umida (vapore) quindi perdiamo acqua ad ogni respiro.

Ricordate che un buono stato di idratazione è un fattore di prevenzione diverse patologie quali ad esempio la calcolosi urinaria, la stipsi, le cistiti, l’iperglicemia nei pazienti diabetici, e sembra anche associata a una riduzione di ipertensione. La disidratazione, anche quando di lieve entità, può essere un fattore di rischio o aggravemento di varie patologie.

E’ ovvio che se scegliamo un’acqua in bottiglia, il costo sarà nettamente maggiore. Oltre ai costi dell’imbottigliamento, e del trasporto, ci sono i costi dei venditori. Senza contare che le acque imbottigliate, impattano al 90-95% sull’ambiente. Per cui qualsiasi sia l’acqua che scegliate

l’importante è BERE ..ACQUA!

Vi aspetto il prossimo mese, con un nuovo argomento : PIU’ E’ MEGLIO!

 

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La linea sottile tra il Prevenire che è meglio del curare https://www.tizianapersico.com/2020/04/16/vitaminac/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=vitaminac https://www.tizianapersico.com/2020/04/16/vitaminac/#respond Thu, 16 Apr 2020 08:00:59 +0000 https://www.tizianapersico.com/?p=2377 Se n’è parlato tantissimo in questo periodo a causa dell’emergenza Covid-19, ma vediamo insieme prima di tutto cos’è , a cosa serve, da dove deriva e quali sono le fonti biodisponibili.

La vitamina C o acido ascorbico è una vitamina, o meglio ancora è il nome con cui vengono raggruppate delle vitamine idrosolubili (l’acido ascorbico, l’ascorbato di sodio, …

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Se n’è parlato tantissimo in questo periodo a causa dell’emergenza Covid-19, ma vediamo insieme prima di tutto cos’è , a cosa serve, da dove deriva e quali sono le fonti biodisponibili.

La vitamina C o acido ascorbico è una vitamina, o meglio ancora è il nome con cui vengono raggruppate delle vitamine idrosolubili (l’acido ascorbico, l’ascorbato di sodio, l’ascorbato di calcio e  l’ascorbato di potassio), fondamentali per l’uomo, sebbene questo, non riusciamo a sintetizzarla per cui dobbiamo introdurla attraverso l’alimentazione.

La carenza di vitamina C porta ad una particolare malattia che per secoli è stata caratteristica dei marinai, lo SCORBUTO.

No, non sono quelli che ti chiedono di lavorare gratis perchè e vabbè ma quel collega li ha postato le diete sul suo sito, o peggio ancora quelli che commentano le foto con commenti che potrebbero tenere per se, no quelli non so ‘scorbutici’ sono gli haters.

Dicevo, lo scorbuto è una malattia, che vide decimare l’80% dell’equipaggio di Ferdinando Magellano quando decise di effettuare il suo bellissimo e stupendo, per l’amor di Dio, ma funesto viaggio intorno al globo, da cui deriva il nome della vitamina C, ovvero principio antiscorbutico, che può essere prevenuta con assunzione di alimenti freschi di origine vegetale, come la frutta e la verdura, in particolare gli agrumi, i kiwi ed i peperoni.
Maddai possibile che una malattia può essere prevenuta con la semplice assunzione di un limone? Si ma andiamoci piano!

La carenza di vitamina C è asintomatica fino a 4/ 5 mesi, per poi portare a sanguinamento gengivale o degenerazioni osteo-articolari.

Caratteristica peculiare della vitamina C è la sua sensibilità all’ossigeno, alla luce ed al calore. Di fatti è importante che gli alimenti che la contengono, vengano consumati senza essere estremamente manipolati attraverso processi come quelli della conservazione o della cottura.
Parlatemi ancora del contenuto di vitamina C dei succhi di frutta!!!!!

Diverse sono le funzioni che la vitamina C assolve all’interno del nostro organismo una volta assorbita a livello del tenue:

  • Sostiene il normale funzionamento del sistema nervoso e contribuisce a ridurre la stanchezza e affaticamento, di fatti è in grado di trasformare il triptofano in serotonina, aumentando quindi il tono dell’umore.
  • Accresce l’assorbimento del ferro e determina l’attivazione dell’acido folico, e di molte altre vitamine come le vitamine A, E.
  • Favorisce la formazione del collagene per la normale funzione di gengive, pelle, cartilagini e ossa.
  • Grazie all’azione antiossidante , la vitamina C viene utilizzata dall’industria alimentare come additivo nei cibi, come tale o sotto forma di sale sodico, potassico e calcico.
  • Aumenta il metabolismo energetico, grazie anche alla produzione degli ormoni steroidei
  • Contribuisce al mantenimento della normale funzione del sistema immunitario e alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo.

Ed è qui che la lingua batte dove il dente duole, ovvero il valore antiossidante e protettivo della vitamina C , hanno determinato la scrittura di un’elevata quantità di castronerie, tale da far credere alla maggior parte delle persone che farsi abbuffate di integratori a base di vitamina C potesse sconfiggere un virus come il Sars-Cov-2 (purtroppo non è cosi e nel momento in cui scrivo non c’è ancora una cura, un vaccino, e non si conoscono bene ancora tutti i dettagli possibili di questo virus, per cui la strada giusta da percorrere è ancora sconosciuta)

Quando si dice che un micronutriente contribuisce al mantenimento della NORMALE funzione di un sistema, non vuol dire che a dosi massive lo possiamo introdurre come se lo stessimo inglobando nell’energia sferica di Goku che combatte contro il male.

Partiamo dalla dose minima giornaliera consigliata che è di circa 90 mg per gli uomini e di circa 70 mg per le donne, quota da aumentarsi nel caso ci si trovi in condizione di gravidanza.

Nella comunità scientifica vi è ancora acceso dibattito sul dosaggio efficace effettivo, su limite soglia e sovradosaggio.

Sebbene alcune medicine alternative, come per esempio la medicina ortomolecolare, propongano megadosi di vitamina C come pratica terapeutica, non esistono prove scientifiche in merito e in taluni casi sono anzi controindicate, in alcuni casi è utilizzate perché, secondo queste teorie, è in grado di ridurre l’efficienza dell’assorbimento intestinale del rame, e di alcuni minerali come il piombo.

E se la vitamina C è in eccesso?

Eh li sono caZi amari , con la S aspra, come diceva il mio insegnate di educazione fisica al liceo.

Un eccesso di vitamina C porta a non pochi problemi, in primis dell’apparato gastrointestinale, calcolosi renale e un’overdose di ferro ( abbiamo detto che serve ad assorbire meglio il ferro a livello intestinale), ed anche vomito e gastrite, diarrea e crampi addominali. Inoltre anche se la vitamina C vanta di essere un alleato contro i sintomi influenzali, un eccesso di vitamina C porta a mal di testa, debolezza, vertigini e vampate improvvise di calore, insomma una botta di salute non direi proprio.

Da cosa è dovuta un’eccessivo apporto di vitamina C?

Da una dieta sbilanciata, da un eccessiva assunzione di integratori a base di questo micronutriente.

Per cui la regola fondamentale è sempre la stessa, anzi le regole:

  1. Verificare le fonti, le notizie possono essere scritte anche da zio paperino su www.dimmilapaperatadioggi.org , non leggete solo i titoloni, fate attenzione al corpo dell’articolo, informatevi da chi è scritto quell’articolo, e se, soprattutto, chi ha scritto quell’articolo ne trae vantaggio economico, e quindi : “è logico che se a pagarmi è un venditore di limoni, io vi dirò che i limoni hanno poteri strabilianti anti tutto”
  2. Affidarsi a dei professionisti, il medico prima di tutto che cercherà di capire il reale bisogno di micronutrienti accertandosi della vostra ipovitaminosi , o carenza di vitamine, il nutrizionista ( o che dir si voglia dietista et similia) che stileranno un piano nutrizionale apposta ove mai vi fosse stata diagnosticata l’ipovitaminosi.
  3. Non credere a catastrofismi di massa, che vi si tenga nascosto qualcosa e che qualcuno, media, case farmaceutiche, il mago nel cappello, voglia nascondervi la possibilità di guarigione per una malattia. Il dovere di tutti , in primis di chi parla di scienza, è quello di lavorare ed operare con scienza e conoscenza per la vostra salute. Pensare negativamente che qualcuno possa tenere nascosto un segreto di stato, una cura per le malattie, è da film di fantascienza.

E’ vero il periodo che stiamo attraversando, in quarantena, nelle nostre case, con le strade deserte, sembra un pò una scena di un film di fantascienza.

Ed allora io vi lascio con un la frase di un film, che in realtà ha un doppio finale, uno molto più speranzoso, in cui alla fine la cura per questo male viene trovato, perchè la scienza e la conoscenza portano alla strada della salute e della salvezza( si mi sento proprio di dirlo)

.. le persone che cercano di far diventare peggiore questo mondo, non si prendono un libero, perchè dovrei farlo io?

ILLUMINA L’OSCURITA’

(Io sono leggenda)

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Tu sei il tuo paziente https://www.tizianapersico.com/2020/03/05/tu-sei-il-tuo-paziente/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=tu-sei-il-tuo-paziente https://www.tizianapersico.com/2020/03/05/tu-sei-il-tuo-paziente/#respond Thu, 05 Mar 2020 09:26:31 +0000 https://www.tizianapersico.com/?p=2338 Seconda recensione che trovate qui,  nella sezione dispensa del sito.

Tu sei il tuo paziente di Marco Mereu entra nella dispensa dei miei libri

Si dichiara un food mentor casareccio, e già solo per questo è entrato nella top five dei miei colleghi preferiti.

Ho conosciuto Marco attraverso i social, e ci siamo visti in un’unica occasione , …

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Seconda recensione che trovate qui,  nella sezione dispensa del sito.

Tu sei il tuo paziente di Marco Mereu entra nella dispensa dei miei libri

Si dichiara un food mentor casareccio, e già solo per questo è entrato nella top five dei miei colleghi preferiti.

Ho conosciuto Marco attraverso i social, e ci siamo visti in un’unica occasione , durante un congresso, ovviamente mentre eravamo entrambi al buffet in preda alla lagna facile di chi, come noi, si scoccia di fare le file, si scoccia di star zitto e quindi prende a parlare con il primo sconosciuto della fila.
Ecco quello che abbiamo in comune io e Marco è che abbiamo tanto da dire, e Marco ha avuto l’idea di metterlo su carta e scriverci un libro , a mio modestissimo parere, fantastico.

Nel libro Marco , parla di nutrizione , di scienza , ma soprattutto dei suoi pazienti.

Vuoi essere diverso? Comincia ad essere chi vuoi diventare!

Il bisogno di cambiare è un qualcosa che accompagna tutti i pazienti che varcano la soglia della porta dello studio di Marco, ed in realtà anche il mio.

Quando ho iniziato a leggere il libro ho rivisto molte delle sue decisioni come se fossero le mie, ed ho condiviso molte delle sue scelte.

Tu sei il tuo paziente è il libro scritto dal mio collega Marco Mereu, sardo d’origine, milanese in affidamento, che affronta la tematica del cambiamento non solo dal punto di vista di un professionista del settore sanitario, ma dal punto di vista di chi fa del suo lavoro un oggetto di continuo studio,  grazie al suo lavoro empatico lo affronta dalla parte del paziente, perché in realtà non è difficile sentirsi noi stessi pazienti, o parte degli stessi, quasi come se fossimo quel pezzo di miocardio che batte, l’enterocita dell’epitelio intestinale, la sinapsi di quel grande garbuglio di fili aggrovigliati che risiede nella mente dei nostri pazienti, che piano piano iniziamo a districare come un abile e paziente giocatore di Shangai.

Ma il problema non è quanto tempo ci vorrà, citando Marco : il problema vero è cambiare, come al solito!!!

Si perché purtroppo è sempre di questo che si parla. Il discorso gira sempre intorno a questo grande e misterioso verbo cambiare o sostantivo cambiamento, che spesso spaventa!

Cambiare vuol dire mettere in discussione se stessi, mettere in pausa la propria vita , ripartire da zero o cominciare da un punto, o ancora tornare indietro per rivedere, rimescolare, riorganizzare, la propria vita.

Come nel film “Sliding doors” con Gwyneth Paltrow, ogni volta che siamo di fronte ad una scelta che cambierà le nostre vite , siamo tediati dalla scelta che andremo a fare.

Ed è proprio quello che accade a tutti i protagonisti delle storie di Marco.

Cambiare non è mai facile, vivere nella comfort zone ci permette di risiedere in una bolla magica in cui crediamo erroneamente, che senza il minimo sforzo la magia possa avvenire.
Ed invece facendo i conti con la realtà, cambiare vuol dire proprio compiere quello sforzo, cambiare vuol dire proprio far avvenire la magia.

Ma molto spesso, più della forza di gravità che tiene i nostri bei culi saldati ai divani in preda alla maratona dell’ultima serie tivù in onda su Netflix, la sicurezza della comfort zone ci tiene rigidi nelle nostre convinzioni , nelle nostre idee.

Stesse idee che diventano negazione e abnegazione, diventiamo quasi sordi tanto che siamo convinti delle nostre idee.
Quelle in cui il metabolismo è lento per questo non dimagriamo, quelle in cui abbiamo fatto proprio come la nostra amica, ma noi non abbiamo perso un etto ma chissà perché, quelle stesse idee che invece di affrontare aprendo la mente a delle nuove, ci rinchiudono in una prigione di finte regole che ci obblighiamo a seguire, per ingannare la nostra mente.

Ingannare vuol dire anche illudersi, ed illudendosi spesso, non facciamo altro che sentirci come il Mattia Pascal di Pirandello, che cerca di ricominciare da capo la sua vita, ma alla fine sembra che sia impossibile per l’uomo sfuggire al suo destino.

Perché molto spesso siamo schiavi della nostra stessa vita, e più che essere in una comfort zone, è la paura che ci fotte.
La paura che cambiando possa accadere qualcosa che stravolga in maniera esagerata il nostro essere, la paura che cambiando tutte le nostre condizioni, con cui eravamo abituati a vivere e con le quali abbiamo costruito la nostra persona, non regga più la palafitta che avevamo costruito nel mare delle lacrime che ogni volta, senza convinzione alcuna, abbiamo versato per quello che abbiamo additato come un ulteriore fallimento.

Ed allora ecco che è utile farsi aiutare, ascoltare il professionista.
Marco lo fa, e lo si capisce bene, perché attraverso la lettura del libro vi rendete conto dell’immenso lavoro che c’è dietro la figura di Marco come biologo nutrizionista, ma soprattutto come persona.

Perché Marco sa che come lui, anche i pazienti sono fatti della sua stessa sostanza, ed è quindi utile, con l’auspicio di una buona riuscita di un percorso, sentire ciò che sente il paziente, ed è quello che cerco di fare anche io, con quello che in gergo viene definito empatia.

L’empatia che non è sentirsi nei panni dell’altro, nei panni del paziente, ma riuscire a capire di che stoffa sono fatti i panni di questo paziente, capire il perché gli stanno stretti o nel caso di un narcisista, perché quegli abiti proprio non li vuole abbandonare, visto che ci sta cosi bene dentro.

Ecco Marco mi ha fatto capire che del resto, non c’è nulla di diverso rispetto a quello che era il lavoro da sarta che faceva mia madre con il nostro.

Vabbe adesso , come sempre mi sono dilungata troppo, e non voglio che Marco mi dica che ho parlato troppo.

Vi invito quindi a leggere il suo libro, ad immergervi in questa lettura fluida del suo pensiero, e di dirmi /dirci cosa ne pensate.

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DI COSA HAI VERAMENTE FAME? https://www.tizianapersico.com/2019/10/03/di-cosa-hai-fame/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=di-cosa-hai-fame https://www.tizianapersico.com/2019/10/03/di-cosa-hai-fame/#respond Thu, 03 Oct 2019 09:11:59 +0000 https://www.tizianapersico.com/?p=2106 La fame è una condizione fisiologica, è un fattore essenziale per la sopravvivenza.

L’appetito, con il quale spesso la fame viene confusa, è ben altro, è il desiderio di mangiare specifici alimenti sia per piacere che per altre esigenze, determinato da segnali visivi, olfattivi, uditivi, gustativi, che provengono dall’esterno. Tutto questo viene regolato a livello di una regione del cervello, …

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La fame è una condizione fisiologica, è un fattore essenziale per la sopravvivenza.

L’appetito, con il quale spesso la fame viene confusa, è ben altro, è il desiderio di mangiare specifici alimenti sia per piacere che per altre esigenze, determinato da segnali visivi, olfattivi, uditivi, gustativi, che provengono dall’esterno.
Tutto questo viene regolato a livello di una regione del cervello, l’ipotalamo da una serie di circuiti che insieme se stimolati inducono la fame, in particolare se viene stimolata l’area ipotalamica laterale

Il “Feeding center” cosi definito , perché si è sempre pensato  esistesse un vero e proprio ‘centro’ della fame e della sazietà, è localizzato nel nucleo dell’ipotalamo laterale e la sua eliminazione , in studi fatti in vitro ed in vivo, si è visto causare condizioni simili all’ anoressia.

Questi centri ipotalamici devono essere intesi come “reti nervose” che, in collegamento con altre strutture ricevono segnali da variabili esterne ed interne, ad esempio i livelli ematici della glicemia, ma non solo, anche il peso corporeo, e quindi la quantità di grasso corporeo, influenza notevolmente questi centri nervosi.
In particolare, un ormone, prodotto dal tessuto adiposo ( si il tessuto adiposo produce ormoni e tante altre cose simpatiche) influenza questi centri, la LEPTINA.

Sono voluta partire in 4° con uno spiegone scientifico

Di solito vi avviso, così la parte più pallosa la skippate, come si dice in termine digitale! Ma stavolta questa parte era importante che la leggessero tutti, perché

..di fame ne abbiamo tutti!

Perché? Perché prima di tutto è fisiologico, in milioni d’anni non saremmo arrivati fin qui, camminando anche sulle mani e reggendoci poi sulla schiena, se non avessimo avuto FAME!

È stata la fame che ha spinto l’uomo ad evolversi! No non vi preoccupate, non sta partendo la musica di super quark, e vi appallo con la biologia evolutiva!
Ma è importante che capiate che in fondo, quello che tutti lottano ad inibire, è la fisiologia, in questo caso la fame!
Ma perché vi dico questo?Perché  ,come ci dicono gli studiosi la fame può derivare da stimoli interni , appunto la fisiologia, che esterni, un bel piatto fragrante di maccheroni, ma tra questi c’è l’emotività, le famose farfalle allo stomaco, il famoso buco allo stomaco, e il famossissimo non meno importante stomaco chiuso!

Vedete c’entra qualcosa sempre anche lo stomaco, e sapete perché, perché lo stomaco è un altro centro dell’emozione, e perché da li parte la produzione di Grelina, di cui vi ho parlato qui, che manda segnali ai centri di cui sopra per dire: questo corpo ha fame, daje qualcosa da magnà!

E quindi il cibo è emotività?

Certo che si. Il mangiare di tutto il giorno è influenzato dalle nostre emozioni.
Si stima che a quattro anni e mezzo da una dieta le persone mantengono una perdita di 3kg e questo accade perché noi utilizziamo il cibo per gestire le proprie emozioni.

Avete presente Eddy Murphy nel professore matto quando mangia guardando altre persone fare fitness è si sente impotente? O Bridget Jones che mangia un gelato davanti ad un film romantico dopo l’ennesima delusione amorosa?

Beh quelli siamo noi! Le nostre emozioni sono la forza che muove i nostri pensieri e i nostri comportamenti.
In questa prospettiva la Mindful può esserci d’aiuto.

Ma se Buddha è un ciccione simpaticone che poltrisce tutto il giorno, come potrà la Mindful aiutarmi a gestire cosa mangiare?

Iniziamo a fare chiarezza…che cos’è la Mindful Eating?

La MB-EAT si basa principalmente sul protocollo inventato da Jean Kristeller nel 1999, in collaborazione con Jon Kabat-Zinn. L’assunto di base è che i processi regolatori dipendono da quanto si è in grado di osservare i propri stati interni.
Diventare consapevoli dei propri stati interni e delle infinite possibilità che abbiamo a disposizione per nutrirci, imparando a selezionare e preparare il cibo, rispettando la propria saggezza interiore è l’obiettivo della Mindful Eating.

Essa ci insegna ad osservare i pensieri come semplici, eventi mentali. La distinzione tra gli aspetti psicologici dell’esperienza emotiva e gli stimoli della fame e della sazietà. Questo viene perseguito aiutando gli individui a riconnettersi con l’autentico senso di fame e sazietà, così come ai propri stati interni e identificare gli stimoli esterni che funzionano da trigger rispetto all’assunzione di cibo.

Detta così sembra una cosa complicata ma con un po’ di allenamento tutto diventa molto semplice.

Proviamo ad allearci da soli iniziando a mettere in atto qualche piccolo esercizio.

(Questo NON è la struttura del protocollo MB-EAT, e sia io che il Dott. Grimaldi  ci teniamo a precisarlo!!!!!!)

PASSO 1: Fai un programma alimentare. Scegli ciò che ti serve per mangiare domani preferendo cibi sani da riporre nel ripiano del frigo che riesci a vedere meglio e posiziona cibi meno sani lontani dalla vista.

PASSO 2: mangiare come un buongustaio. Iniziamo a toccare, annusare e guardare ogni boccone ancor prima di metterlo in bocca. Una delle cose che dimentichiamo è che il gusto solo è a parte finale di quello che decidiamo di mangiare. Noi iniziamo a scegliere il cibo dall’aspetto che ha, dal suo packaging. Misura il tuo livello di fame prima di mangiare, ti aiuterà a ridurre la fame emotiva.

Avete presente il motivo per cui le catene di fast food hanno così successo?
Velocità dei servizi e foto accattivanti, ma è davvero come la foto da cui l’avevamo scelto. Certo che no! Allora? Allora inizia a preparare i tuoi piatti non solo per riempire lo stomaco ma inizia a mangiare dalle mani, dagli occhi, dal naso.

PASSO 3: Siediti. Prenditi il tempo per mangiare. Mangiare non vuol dire sfamarsi come un leone nella savana, quindi siediti e mangia. Spegni la TV, allontana il cellulare e smettila di fare altro. Inizia a dare attenzione a ciò che stai per mettere nel tuo corpo.

PASSO 4: Fai un respiro profondo prima di mangiare. Questo semplice gesto riporta la tua mente al presente.

PASSO 5: Mangia con la mano non dominante e metti giù la forchetta ad ogni boccone. Questa semplice tecnica ti permetterà di rallentare il tuo pasto permettendo al tuo cervello di rendersi conto di cosa mangia, di gustarlo e di avvertire il reale senso di sazietà!

PASSO 6: Non combattere contro il desiderio…CONTROLLALO! Riconosci ciò che desideri e rispondi in modo attento. Questo pezzo di cioccolato lo voglio davvero o e solo un’abitudine? Non siamo mica Augustus Gloop.

PASSO 7: Mangia per ultimo il tuo cibo preferito. La nostra memoria codifica l’ultimo morso come il migliore. Hai meno probabilità di ricercare una delizia dopo se in memoria è forte il ricordo del piacere dell’ultimo boccone.

PASSO 8: Distraiti prima di mangiare. Spesso abbiamo abituato il nostro corpo a strane abitudini che non hanno a che fare con la fame. Iniziamo a rallentarle cercando di capire se è davvero fame.

PASSO 9: Bevi, acqua naturalmente, a volte la sete si maschera come fame.

PASSO 10:

  AMATI!!!!!!

Metti maggiore energia in quello che ti fa bene piuttosto che provare a cambiare quello contro cui combatti.

Quando mangiamo lo facciamo per molteplici ragioni, non mangiamo solo portando il cibo alla bocca, ma anche con gli occhi, Jan Chosen- Bays identifica diversi tipi di fame, in particolare 9, ognuna collegata ad ogni marte del corpo : quella dello stomaco come vi dicevo prima, la fame dei sensi, gli occhi ad esempio sono importantissimi , spesso vi ho detto che l’impiattamento è importante, un bel piatto bello da vedere è più invitante del Mappazzone (cit. Bruno Barbieri).
Studi dimostrano che la croccantezza di alcuni cibi determinano soddisfazione soltanto masticandoli, ed è per questo che un misero finocchio oltre che a contribuire ad un aumento della sazietà dello stomaco grazie alla fibra e all’acqua in esso contenuto, aumenta la sazietà a livello del centro ipotalamico.
Si sicuramente non è come mangiare chips di patate fritte, ma provateci!

Lo so che spesso vi sentite come Alberto Sordi, e che il maccherone ve provoca, ma ragioniamoci insieme, esercitiamoci insieme, un “passo” alla volta.

Questo articolo è stato scritto a quattro mani con il Dott. Grimaldi Silvestro 

⇒ Psicologo, Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

Inoltre riportiamo qui parte delle pubblicazioni scientifiche a cui facciamo riferimento.
Bibliografia:

  • Baer, J.C. “Mindfulness based treatment Approches” Giulford press, Elsevier, 2006
  • Kristeller, Jean L., and C. Brendan Hallett. “An exploratory study of a meditation-based intervention for binge eating disorder.” Journal of Health Psychology 4.3 (1999): 357- 363
  • Kristeller, Jean L. “Mindfulness, wisdom and eating: Applying a multi-domain model of meditation effects.” Journal of constructivism in the human sciences 8.2 (2003): 107- 118.
  • Kristeller, Jean L., and Ruth Q. Wolever. “Mindfulness-based eating awareness training for treating binge eating disorder: the conceptual foundation.” Eating disorders 19.1 (2010): 49-61.
  • Mindful Eating: The Art of Presence While You Eat Joseph B. Nelson 
  • A structured literature review on the role of mindfulness, mindful eating and intuitive eating in changing eating behaviours: effectiveness and associated potential mechanisms. Warren JMSmith NAshwell M.
  • Childhood Obesity 2010 Progress and ChallengesJoan C. Han Debbie A. Lawlor and Sue Y.S. Kimm

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