{"id":1886,"date":"2019-03-15T11:29:12","date_gmt":"2019-03-15T10:29:12","guid":{"rendered":"https:\/\/www.tizianapersico.com\/?p=1886"},"modified":"2019-03-15T11:35:12","modified_gmt":"2019-03-15T10:35:12","slug":"fiocchetto-lilla","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.tizianapersico.com\/2019\/03\/15\/fiocchetto-lilla\/","title":{"rendered":"FIOCCHETTO LILLA"},"content":{"rendered":"
Esistono solo tante persone che utilizzano il cibo per dire qualcosa. Che non sanno pi\u00f9 bene come e quando \u00abaprirsi\u00bb o \u00abchiudersi\u00bb al mondo<\/em><\/strong><\/p><\/blockquote>\n
tratto da “Volevo essere una farfalla” di Michela Marzano.<\/p>\n
Non mi sono mai piaciute le giornate dedicate, ho sempre pensato che qualsiasi sia il motivo per il quale vengano istituite delle giornate in cui si parla di un determinato argomento, si perde di vista l’argomento stesso. Ma oggi , no!<\/p>\n
Oggi \u00e8 la giornata nazionale del fiocchetto lilla, la giornata contro i disturbi del comportamento alimentare, una giornata in cui si cerca di dare voce a chi ogni giorno non riesce ad urlare al mondo il suo malessere.<\/p>\n
Quella voce che si spezza ogni volta che cerca di guardarsi allo specchio, ogni volta che con o senza cibo, cerca di esprimere e reprimere il lato pi\u00f9 buio della sua coscienza.<\/p>\n
E’ difficile, \u00e8 complicato spiegare quali sono le sensazioni che portano le persone ad avere un ‘brutto rapporto’ con il cibo.<\/p>\n
Ecco il problema non \u00e8 la relazione che le persone affette da DCA hanno col cibo, ma \u00e8 la relazione che hanno con se stessi ad essere difficile, \u00e8 un demone bisbetico che combatte all’interno della loro anima.<\/p>\n
Il cibo \u00e8 conforto, o peggio \u00e8 il nemico di quel corpo che allo specchio appare come non vorremmo vederlo, quello specchio che non sempre ci declina come le pi\u00f9 belle del reame.<\/p>\n
La dispercezione corporea \u00e8 il primo sintomo del DCA, ci si vede come gli altri non riescono a vederci, o che non riescono a capirci per come ci vediamo.<\/p>\n
Ma quando si soffre, si \u00e8 sempre soli. \u00c8 come se l’altro percepisse il dolore da lontano e volesse proteggersene. Lo sente, ma lo nega. Se ne allontana. Torna al proprio lavoro. Gli affari. La politica. Il giornale… Come per evitare il rischio di precipitare anche lui in un buco nero.
\nSoprattutto quando non riesce a capire cosa succede, quelle lacrime improvvise, quel brusco \u00abnon \u00e8 niente\u00bb, quella paura che si spalanca<\/em><\/p><\/blockquote>\ntratto da “Volevo essere una farfalla” di Michela Marzano.<\/p>\n
Questa giornata \u00e8 nata per sensibilizzare, ma la sensibilit\u00e0 dovrebbe essere un sentimento quotidiano.<\/p>\n
Invece quando il sipario di questa giornata si chiude, si abbassano le luci, siamo i primi a puntare il dito verso quella troppo magra, quella troppo grassa, quella che a cena con gli amici << fa i pezzi piccoli>>, quello che dedica troppo tempo allo sport, quella che <<sta prendendo una fissazione>><\/p>\n
L’ambiente familiare, gli amici, i partner sono e dovrebbero essere i primi a sostenere, accogliere, abbracciare e amare le persone affette da DCA, ma non facendo finta che il problema non ci sia, anzi, aiutando e comprendendo la sofferenza di chi in quel corpo proprio non ci vuole stare, e non dovremmo farglielo notare.<\/p>\n
Perch\u00e8 le emozioni negative sostengo il DCA, le emozioni negative accompagnano il malessere, l’abbuffata, il sentirsi inadeguata\/o, brutta\/o, magra\/o, grassa\/o.<\/p>\n
Le emozioni non ci permettono di cambiare, perch\u00e8 il cambiamento \u00e8 ingombrante, \u00e8 scomodo, perch\u00e8 spesso il DCA \u00e8 anche una coperta di Linus sotto la quale ci rintaniamo per sconfiggere un male superiore, una battaglia sempre pi\u00f9 grande che diventa la vita stessa come se fosse una prigionia.<\/p>\n
Sai qui tutto si \u00e8 ristretto
\nla gioia, il tempo, lo spazio, il sentimento
\nsai non \u00e8 tutto perfetto
\nsi tira dritto sfiorando il precipizio<\/p><\/blockquote>\n