{"id":2338,"date":"2020-03-05T09:26:31","date_gmt":"2020-03-05T08:26:31","guid":{"rendered":"https:\/\/www.tizianapersico.com\/?p=2338"},"modified":"2020-03-05T09:26:31","modified_gmt":"2020-03-05T08:26:31","slug":"tu-sei-il-tuo-paziente","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.tizianapersico.com\/2020\/03\/05\/tu-sei-il-tuo-paziente\/","title":{"rendered":"Tu sei il tuo paziente"},"content":{"rendered":"

Seconda recensione che trovate qui,\u00a0 nella sezione dispensa del sito.<\/em><\/p>\n

Tu sei il tuo paziente di Marco Mereu entra nella dispensa dei miei libri<\/em><\/b><\/p>\n

Si dichiara un food mentor casareccio, e gi\u00e0 solo per questo \u00e8 entrato nella top five dei miei colleghi preferiti.<\/p>\n

Ho conosciuto Marco attraverso i social, e ci siamo visti in un’unica occasione , durante un congresso, ovviamente mentre eravamo entrambi al buffet in preda alla lagna facile di chi, come noi, si scoccia di fare le file, si scoccia di star zitto e quindi prende a parlare con il primo sconosciuto della fila.
\nEcco quello che abbiamo in comune io e Marco \u00e8 che abbiamo tanto da dire, e Marco ha avuto l’idea di metterlo su carta e scriverci un libro , a mio modestissimo parere, fantastico.<\/p>\n

\"\"<\/p>\n

Nel libro Marco , parla di nutrizione , di scienza , ma soprattutto dei suoi pazienti.<\/p>\n

Vuoi essere diverso? Comincia ad essere chi vuoi diventare!<\/p><\/blockquote>\n

Il bisogno di cambiare \u00e8 un qualcosa che accompagna tutti i pazienti che varcano la soglia della porta dello studio di Marco, ed in realt\u00e0 anche il mio.<\/p>\n

Quando ho iniziato a leggere il libro ho rivisto molte delle sue decisioni come se fossero le mie, ed ho condiviso molte delle sue scelte.<\/p>\n

Tu sei il tuo paziente \u00e8 il libro scritto dal mio collega Marco Mereu, sardo d\u2019origine, milanese in affidamento, che affronta la tematica del cambiamento non solo dal punto di vista di un professionista del settore sanitario, ma dal punto di vista di chi fa del suo lavoro un oggetto di continuo studio,\u00a0 grazie al suo lavoro empatico lo affronta dalla parte del paziente, perch\u00e9 in realt\u00e0 non \u00e8 difficile sentirsi noi stessi pazienti, o parte degli stessi, quasi come se fossimo quel pezzo di miocardio che batte, l’enterocita dell’epitelio intestinale, la sinapsi di quel grande garbuglio di fili aggrovigliati che risiede nella mente dei nostri pazienti, che piano piano iniziamo a districare come un abile e paziente giocatore di Shangai.<\/p>\n

Ma il problema non \u00e8 quanto tempo ci vorr\u00e0, citando Marco : i<\/strong>l<\/em> problema vero \u00e8 cambiare, come al solito!!!<\/strong><\/em><\/p>\n

Si perch\u00e9 purtroppo \u00e8 sempre di questo che si parla. Il discorso gira sempre intorno a questo grande e misterioso verbo cambiare o sostantivo cambiamento, che spesso spaventa!<\/p>\n

Cambiare vuol dire mettere in discussione se stessi, mettere in pausa la propria vita , ripartire da zero o cominciare da un punto, o ancora tornare indietro per rivedere, rimescolare, riorganizzare, la propria vita.<\/p>\n

Come nel film “Sliding doors<\/em>” con Gwyneth Paltrow, ogni volta che siamo di fronte ad una scelta che cambier\u00e0 le nostre vite , siamo tediati dalla scelta che andremo a fare.<\/p>\n